ALCATRAZZ – V
Dopo la fuoriuscita di Graham Bonnet dai Rainbow di Ritchie Blackmore, il cantante formò subito gli Alcatrazz nel 1983, band che vedeva nel suo organico un giovane chitarrista svedese, Yngwie J. Malmsteen. “No Parole From Rock’n’Roll” uscì proprio ne 1983 e rimane uno degli album migliori di hard rock. Il secondo capitolo degli Alcatrazz usci’ nel 1985, “Disturbing The Peace”, che vedeva alla chitarra un altro giovane chitarrista, stavolta statunitense, Steve Vai, che aveva già avuto esperienze con Frank Zappa e con David Lee Roth e nel 1986, “Dangerous Game” con Danny Johnson alla chitarra, ma fu un mezzo flop, anche perché Johnson non era affatto all’altezza di Malmsteen e Vai. Poi lo scioglimento, qualche live e il ritorno nel 2020 con Joe Stump alla chitarra e con l’ottimo “Born Innocent”. Sembrava oramai chiaro che gli Alcatrazz con Graham Bonnet, Jimmy Waldo e Gary Shea, erano tornati in grande stile e con quel sound di rimando ai primi due album, ma lo scorso anno la notizia di un nuovo album degli Alcatrazz ma senza Graham Bonnet alla voce, al suo posto Dougie White, altro ex Rainbow.
“V” è storia recentissima, non si sa bene cosa sia successo, ma l’album risente della mancanza di Bonnet, anche White è ugola potente, ma manca il carisma di Bonnet, le sue idee, la sua esperienza e la sua particolarissima timbrica vocale. “Guardian Angel” insegue i Rainbow più veloci e quelli del periodo con Joe Lynn Turner e c’è poi Joe Stump che ci piazza un gran bel guitar solo di stampo neoclassico e “Nightwatch” viaggia alla stessa velocità e stavolta nel sound ci sono sempre i Rainbow ma quelli del periodo Graham Bonnet. “Sword Of Deliverance” è hard rock più classico, mentre “Turn Of The Wheel” insegue i Rising Force di Yngwie Malmsteen. Metal più epico e diverso dal classico sound degli Alcatrazz lo si ascolta in “Blackheart” e belle sono le cadenze orientaleggianti e quasi doom di “Return To Nevermore”. Forse solo “Target” ci riporta ai vecchi Alcatrazz e la voce di Dougie White si avvicina a quella più roca di Graham Bonnet e “Alice’s Eyes”, brano a mio avviso debole e confusionario e che penalizza l’intero album, ma ci pensa poi Joe Stump a stemperare il tutto con un guitar solo d’effetto e “Dark Day For My Soul”, una hard rock ballad che risolleva un po’ il tutto. L’album trascina, è energico, ma la mancanza di Bonnet si sente!
FABIO LOFFREDO
Tracklist:
- Guardian Angel
- Nightwatch
- Sword Of Deliverance
- Turn Of The Wheel
- Blackheart
- Grace Of God
- Return To Nevermpre
- Target
- Maybe Tomorrow
- House Of Lies
- Alice’s Eyes
- Dark Day For My Soul
Label: Silver Lining Music
Genere: Hard Rock
Anno: 2021
VOTO
Band:
Doogie White: Voce
Jimmy Waldo: Tastiere
Gary Shea: Basso
Joe Stump: Chitarra
Mark Benquechea: Batteria
alcatrazzofficial.com
https://www.facebook.com/alcatrazzband/
Appassionato di musica sin da piccolo, ho cercato di esplorare vari generi musicali, ma è il metal, l'hard rock ed il rock progressivo, i generi musicali che più mi appassionano da molti anni. Chitarrista mancato, l'ho appesa al chiodo molto tempo fa. Ho mosso i primi passi nello scrivere di musica ad inizio anni 90, scrivendo per riviste come Flash (3 anni) e Metal Shock (ben 15 anni), qualche apparizione su MusikBox e poi il web, siti come Extramusic, Paperlate, Sdangher, Brutal Crush e Artists & Bands. I capelli mi si sono imbiancati, ma la passione per la musica è rimasta per me inalterata nel tempo, anzi molti mi dicono che non ho più speranze!!!!