AMORPHIS parlano delle registrazioni tastiere nel 2° episodio di Halo
“Halo”, l’attesissimo nuovo lavoro dei malinconici progressive metaller AMORPHIS, uscirà l’11 febbraio 2022 su Atomic Fire. Per ingannare l’attesa il gruppo svela la seconda parte del documentario dedicato alle lavorazioni in studio del disco. Nel video vediamo addirittura Santeri Kallio far tappa alla chiesa di Paavali per registrare le parti d’organo: https://www.youtube.com/watch?v=iQduksSTdEU.
Il musicista dichiara: “Secondo Jens [Bogren; produttore] è più melodico, ma per me è anche molto più pesante dei precedenti album degli AMORPHIS, almeno alcuni. È sicuramente più incentrato sulla chitarra; le chitarre hanno un ruolo principale in questo album. Ci sono alcune canzoni dove le tastiere sono più presenti, come ‘The Moon’ e ‘Halo’, ma per lo più è super massiccio!”. Accompagnato ancora una volta dall’artwork di Valnoir (ALCEST, PARADISE LOST ecc.), “Halo” è stato registrato, prodotto e mixato da Jens Bogren (Fascination Street Studios), mentre della masterizzazione si è occupato Tony Lindgren.
I preordini del disco sono attivi con download immediato di ‘The Moon’: https://music.atomicfire-records.com/halo.
Può essere preordinato inoltre il 7” “On The Dark Waters” in uscita il 28 gennaio: https://shop.atomicfire-records.com/product/43160/on-the-dark-waters-blue-white-vinyl.
La vibrante, vivace e toccante bellezza che è “Halo” evidenzia la loro maestria musicale e narrativa a un livello ancora una volta altissimo: È un capolavoro di heavy metal progressive, melodico e malinconico per antonomasia, creato dai chitarristi originari Esa Holopainen e Tomi Koivusaari, dal bassista Olli-Pekka Laine, dal batterista Jan Rechberger, dal tastierista di lunga data Santeri Kallio, dal cantante Tomi Joutsen, da Pekka Kainulainen, la coscienza lirica di lunga data della band, e da un gruppo selezionato di professionisti dell’audio di classe mondiale guidati dal rinomato produttore svedese Jens Bogren. Considerando il lungo viaggio della band nell’avanguardia della musica metal innovativa, è difficile capire come gli AMORPHIS riescano ad alzare la proverbiale asticella di volta in volta, offrendoci un più che degno finale alla trilogia iniziata con “Under the Red Cloud” del 2015, seguito da “Queen of Time” del 2018.
“È davvero una grande sensazione il poter ancora produrre musica più che dignitosa come gruppo”, dice Holopainen, uno dei membri fondatori della band. “Forse un certo tipo di autocritica e una lunga esperienza culminano in questi ultimi album”. Per lo stesso compositore, “Halo” suona familiare e diverso allo stesso tempo. “È completamente riconoscibile come Amorphis dall’inizio alla fine, ma l’atmosfera generale è un po’ più pesante e progressive e anche organica rispetto al suo predecessore”, spiega. Tomi Joutsen, l’uomo con le corde vocali capaci di scatenare colossali ringhi da orso così come di cantare ninnananne tranquille e ipnotiche, aggiunge: “Per me, ‘Halo’ suona un po’ più scarno rispetto a ‘Queen Of Time’ e ‘Under The Red Cloud’. Tuttavia, non fraintendetemi: quando una certa canzone deve suonare grandiosa, allora suona molto grandiosa“. Ha ragione, naturalmente: spogliando alcuni degli arrangiamenti, i momenti monumentali diventano ancora più monumentali.
Questo è ovviamente anche grazie all’uomo che ha contribuito alla rinascita della produzione, Jens Bogren, che ha raccolto le tredici tracce finali da un lotto di trenta canzoni che gli AMORPHIS gli hanno portato. “Jens è molto esigente, ma mi piace molto lavorare con lui“, dice Holopainen. “Si prende cura dell’intero progetto dall’inizio alla fine, e permette al musicista di concentrarsi solo sul suonare. Non potrò mai ringraziare abbastanza Jens. Tutto quello che abbiamo fatto insieme è stato davvero fantastico, e questa cooperazione ha fatto progredire gli Amorphis significativamente”. È così. Partendo con la grandezza tempestosa della traccia di apertura “Northwards”, gli AMORPHIS ci conducono in un viaggio epico attraverso le terre del nord, il loro ricco patrimonio culturale e storico e le tradizioni musicali. Questo non è solo un album per i fan o i conoscitori del metal. È un must per ogni mente fantasiosa là fuori con un debole per i paesaggi sonori cinematografici, melodie trionfali e dinamiche mozzafiato che misurano le terre di confine tra luce e buio. Tuttavia, nessun album degli AMORPHIS sarebbe completo senza la narrazione immaginativa e poetica del rinomato paroliere ed esperto di “Kalevala” Pekka Kainulainen. “Fin dall’inizio, Pekka è sempre stato un paroliere entusiasta e prolifico per gli Amorphis“, dice Joutsen. “È un lento processo di traduzione dell’arcaica poesia finlandese in inglese e di adattamento ai nostri ritmi progressive. Fortunatamente, Pekka fa tutto in tempo e con grande cura”. Da “Silent Waters” del 2007, Kainulainen naviga nelle acque mitologiche della sua patria con grande abilità e rispetto. Per “Halo” si è superato ancora una volta. “‘Halo’ è un disco a tema libero pieno di racconti avventurosi sul mitico Nord di decine di migliaia di anni fa”, spiega. “I testi raccontano di un tempo antico in cui l’uomo vagava verso queste frontiere boreali abbandonate dopo l’era glaciale. Mentre descrivo la rinascita di una cultura seminale in un mondo di nuove opportunità, cerco anche di raggiungere le forze sempiterne della mente umana”. Trentuno anni dopo la loro nascita, con innumerevoli tour mondiali all’attivo e quattordici album nella loro carriera, gli AMORPHIS dimostrano ancora di essere la fonte musicale della giovinezza, una band straordinaria che si reinventa costantemente senza abbandonare le sue radici mistiche. Con “Halo” offrono un album sorprendente che merita di essere suonato ovunque, trascendendo i reami del metal e del rock per la sua pura profondità e musicalità.