MOSTLY AUTUMN – Graveyard Star
Nuovo album per i Mostly Autumn. “Graveyard Star” esce a tre anni di distanza da “White Rainbow” e il sound della band non cambia ed è per questo che piace e i brani dell’album apriranno una breccia nei cuori dei fan della band ma anche in chi ama il progressive rock in generale ed in tutte le sue forme. La piccola suite, “Graveyard Star”, la title-track, è molto intensa e avvolgente, atmosfere ariose, progressive e sinfoniche, le due voci quella di Bryan Josh e di Olivia Sparnenn-Josh , pennellate di arte con flauto e violino, nel corso degli abbondanti dodici minuti di durata c’è tutto il mondo dei Mostly Autumn, toccante guitar solo di Bryan Josh compreso, tranne le influenze celtiche, qui assenti e “The Plague Bell”, brevissimo brano molto atmosferico che apre le porta ad un brano quasi country, sonorità mai sentite dai Mostly Autumn, ma c’è anche del folk inglese quando entra la voce di Olivia e qualche ricordo va ai Renaissance e ai Blackmore’s Night. Un po’ di Pink Floyd ci sono in “Shadows”, altra ottima song molto avvolgente e “The Harder That You Hurt”, splendida ballad sinfonica e progressive dove la voce di Olivia incanta e rapisce.
Ottimo brano è anche “Back In These Arms” che inizia con tappeto tastieristico e effetti molto vicini a “Shine On You Crazy Diamond” dei Pink Floyd, ma poi si trasforma in un classico brano alla Moslty Autumn, con doppia voce e arie celtiche create dai fraseggi chitarristici di Josh, ma anche da violini e cornamuse, sonorità che riescono ad emozionare. Si va verso il finale con “Free To Fly”, lenta, romantica e sinfonica, una delicata ninna nanna che avvolge, con “The Diamond”, dalle delicatezze acustiche e con una prova vocale di Olivia da incorniciare e con “Turn Around Slowly”, altra mini suite di quasi tredici minuti con influenze che vanno ricercate nei Genesis e ad incantare stavolta è la chitarra di Bryan Josh, le atmosfere celtiche che abbracciano la nostra anima. I Mostly Autumn fanno nuovamente centro con “Graveyard Star”, un album che poco si differenzia da ciò che hanno fatto fino ad oggi, ma proprio per questo piace, per la coerenza, la passione e la semplicità con cui la band procede nel suo cammino.
FABIO LOFFREDO
Tracklist:
- Graveyard Star
- The Plague Bell
- Skin Of Mankind
- Shadows
- The Harder That You Hurt
- Razor Blade
- This Endless War
- Spirit Of Mankind
- Back In These Arms
- Free To Fly
- The Diamond
- Turn Around Slowly
Label: Mostly Autumn Records
Genere: Progressive Rock
Anno: 2021
VOTO
Band:
Bryan Josh: Voce, chitarra, tastiere e tambourine
Olivia Sparnenn-Josh: Voce, cori e tastiere
Andy Smith: Basso
Henry Rogers: Batteria
Angela Gordon: Flauto e cori
Iain Jenning: Tastiere e organo Hammond
Chris Johnson: Voce, chitarra e tastiere
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Appassionato di musica sin da piccolo, ho cercato di esplorare vari generi musicali, ma è il metal, l'hard rock ed il rock progressivo, i generi musicali che più mi appassionano da molti anni. Chitarrista mancato, l'ho appesa al chiodo molto tempo fa. Ho mosso i primi passi nello scrivere di musica ad inizio anni 90, scrivendo per riviste come Flash (3 anni) e Metal Shock (ben 15 anni), qualche apparizione su MusikBox e poi il web, siti come Extramusic, Paperlate, Sdangher, Brutal Crush e Artists & Bands. I capelli mi si sono imbiancati, ma la passione per la musica è rimasta per me inalterata nel tempo, anzi molti mi dicono che non ho più speranze!!!!