ANDREA CHIMENTI – Intervista al cantante
In occasione dell’uscita del suo nuovo album “IL DESERTO, LA NOTTE, IL MARE” ho intervistato il cantante ANDREA CHIMENTI.
Ciao Andrea, piacere di conoscerci. Hai una carriera lunga e gloriosa, fra le tante cose hai suonato con David Sylvian e Gianni Maroccolo.
Certamente, direi che David Sylvian sia stato anche seminale; con Maroccolo suoniamo spesso assieme.
E all’ultimo MEI hai ricevuto, giustamente, il premio alla carriera.
Una grande soddisfazione, quando si fanno certe scelte musicali si passano periodi anche difficili. Il fatto che scelte particolari come ho fatto io in campo musicale vengano riconosciute con un premio fa certamente piacere, e ti spinge a proseguire.
Il tuo nuovo disco è bellissimo, ma, come dicevi, difficilmente diventerà mainstream.
(risate) Non ho mai fatto un disco per il grande pubblico, faccio quello che sono capace di fare. Ovviamente non scrivo per i giovanissimi, mi rivolgo a un pubblico più maturo.
In un mondo moderno dove trionfa l’immagine e i video, da Instagram a Tik Tok, tu hai una testualità complessa e raffinata, di altissimo livello.
Sì, abbiamo scarnificato la parola in un certo senso, è uno dei mali della società occidentale. Non riesco a immaginare una canzone senza contenuti.
Come si svolge il tuo processo creativo? Prima il testo poi la musica, viceversa, assieme?
In realtà non ho una regola predefinita. Ogni canzone segue una storia tutta sua, una propria genesi. A volte nasce prima il testo, altre la musica, forse le cose migliori che ho scritto sono quelle in cui è nato prima il testo e poi è seguita la musica.
Per le canzoni del tuo nuovo disco a cosa ti ispirato?
Tutto il disco parla del viaggio, questo è il filo conduttore. Il viaggio personale, ma anche quello di una umanità che va allo sbando. Deserto, notte, mare, sono tre parole rappresentative del tempo che stiamo vivendo. Un deserto interiore anche culturale; il mare che per me rappresenta la distanza e la profondità che spesso si ha paura di scandagliare, soprattutto in questi tempi di grande superficialità. Ma deserto, notte e mare, sono anche tre luoghi fisici per che dei popoli si trovano a dovere attraversa al giorno d’oggi, in cerca di salvezza per sopravvivere in questo pianeta.
Sono tre luoghi che ispirano una grande pace, un momento di quiete per l’anima.
Il deserto è anche una condizione necessaria di crescita, anche spirituale, per abbassare il chiasso che ci circonda e trovare la pace. Serve anche a trovare risposte, ed essendo un luogo difficile mette alla prova. Sia la notte che il mare possono richiamare la pace, ma anche una difficoltà da superare, questo è il significato che ho voluto dargli.
Tante canzoni dai toni diversi, malinconiche, frizzanti, intense, emozionanti, se dovessi sceglierne una in particolare, quale indicheresti?
Come sai, tutte le canzoni sono come dei figli, ma se dovessi sceglierne una, direi Beatissimo. Qui trovo veramente tutto quello che mi rappresenta, parla proprio della bellezza del viaggio, che è ancora più importante della meta. Durante il viaggio è tutto pieno di bellezza e in movimento.
Il periodo di pandemia ha influito sui tuoi testi?
No, perché sono stati scritti prima che succedesse tutto quello che è avvenuto. Diciamo che la pandemia è come se avesse concretizzato quello che ho scritto nei testi. Aggiungiamo che all’inizio ha anche inserito la speranza che la società ne sarebbe uscita migliorata, ora devo rinnegare le mie speranze (risate). L’umanità ha continuato a naufragare anche più velocemente del periodo pre-pandemico.
Durante questo periodo in effetti, tutti, o quasi, mi dicono di non avere più prodotto dischi per un motivo o per l’altro.
Sì, peraltro è stato un periodo di fermo musicale che è stato prolifico su altri versanti, consentendomi di scrivere racconti ad esempio.
Progetti futuri? Immagino non un nuovo disco, visto che dovrai portare in giro questo appena uscito.
Esatto, sto continuando a scrivere racconti per Audiolibro, vediamo cosa nasce.
C’è anche il nuovo videoclip, proprio di Beatissimo, su cui hai lavorato con Aiazzi.
Sì, sono due i brani che ho scritto con Aiazzi, Beatissimo e KY, lui ha suonato anche in altri brani.
Una spruzzata di Litfiba in un disco fa sempre bene alla musica.
E’ un amico di lunga data, lavoro spesso e volentieri sia lui che con Maroccolo.
Fare video è qualcosa che ti piace?
Non tanto, credo che fondamentalmente abbia una funzione promozionale, a me no che ci sia dietro un regista di alto livello. Poi cerco ovviamente di fare un buon lavoro da tutti i punti di vista, ma il video non è in cima alla mia lista di priorità.
Un tour è in cantiere?
Esatto, il mio booking è Musiche Metropolitane, stiamo mettendo assieme le date, anche assieme a Stefano Roversi, il produttore del disco, ed Erik Montanari. I musicisti che poi mi accompagneranno anche sul palco.
Vuoi aggiungere qualcosa?
Posso appuntare che la copertina del disco è un’opera d’arte, una foto di un grande artista, Nicola Vinci, con cui avevo già collaborato su Yuri. Una foto particolare molto adatta al clima del mio disco.
MAURIZIO DONINI
Band:
Andrea Chimenti
https://www.andreachimenti.it
https://it-it.facebook.com/andrea.chimenti.505
https://www.youtube.com/channel/UC8j4YIwmm7Sqd6FjF8TyQ1A
https://www.instagram.com/chimenti_andrea
CEO & Founder di TuttoRock - Supervisore Informatico, Redattore della sezione Europa in un quotidiano, Opinionist in vari blog, dopo varie esperienze in numerose webzine musicali, stanco dei recinti mentali e di genere, ho deciso di fondare un luogo ove riunire Musica, Arte, Cultura, Idee.