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FILIPPO BIOLè – Intervista su AREA SANREMO 2021

FILIPPO BIOLè – Intervista su AREA SANREMO 2021

Filippo Biolè, 47enne avvocato di Genova che aveva fatto parte dello stesso Cda nel 2016, Presidente della Fondazione Orchestra Sinfonica di Sanremo. Appassionato di musica e musicista è da circa 25 anni primo tenore in un coro semiprofessionistico genovese ed è, da anni abbonato alla Scala di Milano. Ha cantato per tanti anni all’Opera Giocosa’ di Savona.

Buongiorno Avv. Biolè, quale Presidente della Fondazione Orchestra Sinfonica di Sanremo si occupa della parte pratica, organizzativa, della manifestazione immagino.
Sì, organizzativa, ma anche giuridica e contrattuale. Questo si basa sul mio pregresso essendo avvocato, la mia nomina a Presidente è recente, con decreto del Sindaco di Sanremo. Ero già stato consigliere nel 2016 sotto la presidenza Caridi, ma a dire il vero non mi occupai più di tanto di Area Sanremo, ma mi interessavo del personale e dell’area artistica, quello che è il cuore della Sinfonica, il repertorio classico per intenderci. In questo caso mi sono messo al lavoro, con gli altri membri del CdA, per organizzare e gestire al meglio la manifestazione. Alla luce anche della nuova e importantissima collaborazione con la RAI, cosa mai avvenuta in passato, ci siamo dedicati alla scrittura del bando e del regolamento che disciplina Sanremo Giovani, cui i vincitori approderanno. 

Aggiungiamo che lei è entrato in corsa, quindi le difficoltà normali si saranno moltiplicate.
Esatto, è stato veramente impegnativo; abbiamo dovuto lavorare senza un attimo di sosta. A luglio abbiamo avuto problemi anche più urgenti di Area Sanremo per i problemi della Fondazione, che è impegnata su vari fronti nella sua attività normale. Poi ci siamo dedicati ad Area Sanremo, lavorando tutti i giorni, anche durante i giorni di ferie, per reclutare staff e artisti di alto livello per comporre una giuria importante. L’altra cosa che siamo riusciti a fare, e di cui vado molto orgoglioso, è la collaborazione con la RAI. Si sono unite le strade di Area Sanremo e Sanremo Giovani, che però si incontreranno solo alla fine dei propri percorsi autonomi. La differenza è che con Area Sanremo portiamo sul palco dell’Ariston, ragazzi che non hanno case discografiche alle spalle, quindi un’opportunità molto democratica, regalando a questi giovani una sorta di sogno americano. 

Non dimentichiamo che lei ha risanato anche una situazione finanziaria della Fondazione, che si era fatta decisamente critica.
Guardi, ora posso permettermi un sorriso di soddisfazione, ma in quel momento c’era ben poco da ridere. Per fortuna abbiamo avuto l’importante aiuto del Comune di Sanremo, e fondamentale è stato il contributo dei Professori della Sinfonica, che hanno accettato un sacrificio economico importante, malgrado vantassero una professionalità di alto livello. Era presente un’esposizione debitoria di oltre un milione di euro, derivante dall’incapacità della Fondazione di gestire la situazione. Abbiamo cercato di rivalutare il patrimonio in dotazione di comodato, si tratta di spazi disponibili per svariate attività e possono assumere attrazione durante tutto l’anno. 

Lei ha poi una sensibilità particolare sul versante artistico, stante la sua passata carriera di tenore.
(risate) Vediamo di ridimensionare il tutto. Conoscendo artisti e professori di altissimo livello, faccio fatica ad associarmi alla definizione di artista (risate). Ma è certamente vero che questo mio ruolo e conoscenza del repertorio, mi permette di scegliere un artista o un professore d’orchestra sfruttando i miei contatti. Sono anche un melomane appassionato con un palco alla Scala. 

Non bastassero i problemi classici organizzativi, ci si è messa anche la pandemia a complicare le cose.
Non sono abituato a piangermi addosso, ma chi ha la passione dell’arte porta a fare sacrifici incredibili. Conosco professori che dormono in auto pur di andare a suonare, per cui ritengo che dovrebbe avere un’attenzione più importante. Credo che il Covid abbia fatto capire quanto può mancare la musica. 

Poi immagino che anche gestire i continui cambi normativi, percentuali di posti, restrizioni varie, non sia semplice.
È un problema nel problema. Noi ci siamo adeguati fin dal primo momento agli specifici protocolli previsti dalla legge, subendo le ovvie decurtazioni che ne conseguono. I biglietti sono una parte importante delle entrate necessarie alla sopravvivenza, avere a disposizione meno biglietti è un problema. Speriamo che con la vaccinazione di massa che avanza si possano superare i limiti gradualmente. È stato fatto un appello al Ministro Franceschini, con un mondo della musica finalmente unito, aspettiamo a vedere gli eventuali risultati. 

Bene, vuole aggiungere qualcos’altro?
Posso aggiungere che sono molto felice dei risultati raggiunti, che premiano uno sforzo enorme. Il mio sogno è di implementare il numero dei musicisti, cosa per cui mi sto prodigando con tutte le mie forze. Ne ho parlato recentemente in regione e ho ottime aspettative. Voglio ringraziare pubblicamente Chicca Dedali e Federico Carion, il cui aiuto è stato fondamentale e con cui è un piacere lavorare assieme.

MAURIZIO DONINI 

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