Now Reading
PAUL GILBERT – Intervista al chitarrista statunitense

PAUL GILBERT – Intervista al chitarrista statunitense

Una delle interviste più divertenti che ho fatto è stata sicuramente quella con Paul Gilbert, fuori da poco con un nuovo album interamente strumentale, “Werewolves Of Poprtland” (qui la recensione). Ci colleghiamo tramite piattaforma Zoom e io subito “Hi Paul, how are You??” e invece della risposta parte un  assolo di chitarra e subito dopo Paul contraccambia il saluto e torna a deliziarmi con il suo stile chitarristico unico. Tutta l’intervista così, alle mie domande risposte e guitar solos, uno spettacolo nel vero senso della parola. Di seguito il resoconto dell’intervista.

Ciao Paul, come stai? Benvenuto su Tuttorock.
(parte un altro assolo di chitarra, nda). Sto bene grazie e tu?

Grazie per questi splendidi assoli!! E’ uscito il tuo nuovo album “Werewolves Of Portland”. Un album strumentale. Come sono nati i brani?
I brani nascono con dei testi, c’erano delle parole nell’embrione dei brani, nelle versioni demo (parte con la linea melodica di uno dei brani del CD e lo canta, nda), avevo preparato oltre ai testi anche le parti di batteria, ho poi iniziato a maneggiare i brani, a cambiare qualcosa (mi riaccenna con chitarra e voce un altro brano, nda). Mi sono accorto che tutti i brani suonavano meglio senza la mia voce, il suono della chitarra è meglio della mia voce, non sempre mi piace e quindi ho deciso di togliere tutte le parti vocali e lasciar parlare solo la mia chitarra.

Ahahaha!! Perché il titolo? Ci sono i lupi mannari a Portland?
Bellissima domanda ahahahah! Si eccome!! Ci sono anche dei pazzi e tantissimi musicisti!! Scherzi a parte la mia chitarra ulula come un lupo (me lo dimostra, nda).

E’ un album molto vario musicalmente, ma c’è una forte prevalenza del blues, un po’ come il precedente “Behold The Electric Guitar”. Perché?
Si forse hai ragione, io amo il blues, mi piace suonarlo, perché è fluido, lento, passionale, mi piace tirare le corde e rendere il suono slide (altra dimostrazione con la sua chitarra, nda), mi piace un buon feeling nell’assolo (altro assolo blues spettacolare, nda) e nei riff e sicuramente ultimamente appare di più nelle mie canzoni.

Nel primo brano “Hallo! North Dakota” la parte iniziale di chitarra ha un suono molto Brian May dei Queen, è un caso o una cosa voluta?
Sicuramente non è una cosa voluta, ma forse perché la canzone è presa dalla colonna sonora del film “North Dakota” che ha un’impronta classicheggiante e per alcune armonie può assomigliare allo stile di Brian May, chitarrista che ovviamente apprezzo molto.

I titoli dei brani sembrano essere delle piccole storie ma senza parole, solo note e musica, tipo “Professorship At The Leningrad Conservatory”. Quale è il suo significato?Si in effetti è così, ho tolto i testi ma ho lasciato gli stessi titoli, inizialmente faceva così… (lo suona e lo canta, nda), quindi il titolo faceva parte del ritornello della canzone che è nata con l’aiuto di mia moglie.

Altro titolo molto particolare è “I Wanna Cry (Even Though I Ain’t Sad)”. Perché piangere se non si è tristi?
Ahahaha!! Bellissima domanda anche questa, veramente mi piace! Forse perché come dicevi tu è un po’ blues? In questo brano l’attinenza al blues è stata voluta, perché il blues trasmette passione, feeling ed emoziona e ti fa piangere anche quando sei felice!!

Tempo fa dicevi che non volevi fare dischi strumentali, ultimamente invece stai scrivendo molti album strumentali. Hai cambiato idea?
Sicuramente perché a volte la melodia esce fuori ed è più passionale con la chitarra, con la sola musica e non con la voce. Poi io sono un chitarrista quindi i brani nascono con un riff di chitarra, con un assolo di chitarra. Sicuramente anche perché quando ho partecipato al G3 di Joe Satriani, mi si è riaccesa la passione di creare musica strumentale, melodie che nascono dalla mia testa e che trasmetto alla mia chitarra, ma se si presenterà l’occasione continuerò anche a scrivere brani cantati.

In questo album oltre alla chitarra suoni tutti gli strumenti e hai anche una notevole tecnica al basso. Perché questa decisione?
Si ho fatto tutto io, ho suonato oltre alla chitarra anche il basso, la batteria e le tastiere, il perché non lo so, forse per il covid, non so!

Novità con Mr. Big e Racer X? Hai qualche progetto in futuro?
Non so dirti se e quando, per ora sono impegnato alla promozione del mio nuovo disco, farò dei tour a supporto, ma amo quello che ho fatto con i Mr.Big e i Racer X (e parte con un assaggio dei Mr. Big, tra cui “To Be With You”, nda).

Il miglior consiglio per un giovane chitarrista?
Il miglior consiglio è quello di non avere fretta, di prendersi del tempo per diventare un buon chitarrista e consiglio di partire suonando i Beatles (piccolo medley anche dei Beatles, nda). Partite dal riff, dagli accordi, usando la chitarra come accompagnamento e cantarci anche sopra e poi costruirci un assolo.

So che ti piace molto Eddie Van Halen, qualche parola sulla sua scomparsa?
E’ stato un grandissimo chitarrista, ha rivoluzionato la tecnica del tapping, aveva un controllo incredibile, una perdita molto triste (logicamente mi suona alcune cose dei Van Halen, nda), un controllo che ho trovato solo in Brian May (tocca stavolta all’assolo di “Killer Queen”, nda). Un grande uso anche del vibrato, amo il vibrato!!

Quale è per l’album che hai nel cuore dei Mr. Big e dei Racer X?
Dei Mr. Big sicuramente il secondo album “Lean Into It”, mentre dei Racer X sinceramente non ho un preferito, sono molto soddisfatto di varie cose fatte con quella band.

Come vivi questa pandemia e queste restrizioni?
Mi sono dedicato ad insegnare ai giovani chitarristi, ho una scuola di chitarra, quindi sono sempre stato impegnato in questo periodo.

Quale è il chitarrista che ti ha fatto scegliere la professione del chitarrista?
Ho iniziato ad amare la musica ascoltando i Beatles, ho poi proseguito ad amare i Led Zeppelin, quindi posso dirti Jimmy Page (suona l’assolo di “Whola Lotta Love”, nda), amo il suo modo di suonare, i suoi riff. Sicuramente Jimmy Page, te lo confermo! Amo anche chitarristi come George Lynch, Greg Howe e tanti altri.

Progetti futuri?
Tanta musica e tanti concerti e ovviamente continuare ad insegnare chitarra.

Grazie Paul e grazie anche per aver dimostrato il tuo grande talento chitarristico! Chiudi l’intervista come vuoi per i tuoi fan italiani.
L’Italia è un Paese che amo moltissimo, ho fatto tanti concerti sia da solista che con i Mr. Big e non vedo l’ora di tornare a trovarvi!

Non poteva non chiudere l’intervista con un altro spettacolare assolo di chitarra dedicato a tutti i suoi fan italiani. Grazie Paul!! Grazie di cuore!!

FABIO LOFFREDO