VANEXA – The Last In Black
Il primo album dei Vanexa è datato 1983, omonimo e ha contribuito a rendere credibile la scena dell’heavy metal italiano, poi altri due album fino al 1994 e il silenzio. Un silenzio rotto nel 2016 con “Too Heavy To Fly”, ottimo album che uscì per la Black Widow Records, un album che li ha consacrati nuovamente come una delle migliori realtà italiane. “The Last In Black” è il nuovo album e arriva a cinque anni dal precedente ed esce sempre per la label genovese. Un album che racchiude una serie di brani che penetrano nell’anima e d’effetto così come lo è la foto di copertina.
Riff di chitarra energici e molto hard rock per la title track “The Last In Black”, arriva poi il drumming possente di Silvano Bottari e poi la voce di Ranfa per un brano che rievoca gli AC/DC e dopo il travolgente finale esplode l’heavy metal classico di “My Grave” e dove la voce di Ranfa riesce ad osare di più e ad essere più versatile e le due chitarre fanno festa tra riffs e solos. Arpeggi meoldici, la voce più melodica sono il la per l’inizio di “Earthquake”, song divisa in due parti, epica, progressive e esplode poi in un heavy rock che si può avvicinare agli Iron Maiden più recenti e anche il lavoro del basso di Dr. Shafausen è qui più tecnico e riempitivo. Si spinge sempre di più su un heavy metal spinto con “No Salvation”, ma la melodia portante è sempre molto in evidenza e “Perfect!” sa dare forti vibrazioni ma emotive, struggente ballad con chitarre acustiche che si trasforma poi in una power ballad d’effetto.
Tutto l’album racchiude altri brani eccellenti e mi limito a citarvi “Armless” e i suoi influssi mediorientali e con un songwrirting molto fantasioso e articolato, quasi nove fantastici minuti di musica e “Dr. Strange”, dove torna il metal più aggressivo e nuovi riferimenti agli Iron Maiden. Chiudono il cd l’hard rock più semplice di “I Don’T Care” e l’heavy metal trascinante di “Hiroshima” e in mente stavolta vengono i migliori Saxon. Ma non finisce proprio qui perché dopo qualche minuto di silenzio c’è la ghost track che altro non è che la versione cantata in italiano di “Hiroshima”, ottima idea per non fare mai dimenticare alcuni periodi oscuri della Storia dell’Umanità. Un grande album, una grande band, i Vanexa, capaci di sfornare un album eccezionale e a livello internazionale. Un ricordo va anche a Roberto Merlone, chitarrista storico della band scomparso nel 2019.
FABIO LOFFREDO
Tracklist:
- The Last In Bkack
- My Grave
- Earthquake
- Earthquake
- Ashes And Ruins
- No Salvation
- Perfect!
- Armless
- Strange
- Dead Man Walking
- Like A Mirage
- I Don’t Care
- Hiroshima
Label: Black Widow Records
Genere: Heavy Metal
Anno: 2021
VOTO
Band:
Andrea “Ranfa” Ranfagni: Voce
Artan “Tani” Selishta: Chitarra
Pier Gonella: Chitarra
Sergio “Dr. Schafausen” Pagnacco: Basso
Silvano “Syl” Bottari: Batteria
www.vanexa.org/hm/
https://www.facebook.com/vanexaband/
https://blackwidow.it
Appassionato di musica sin da piccolo, ho cercato di esplorare vari generi musicali, ma è il metal, l'hard rock ed il rock progressivo, i generi musicali che più mi appassionano da molti anni. Chitarrista mancato, l'ho appesa al chiodo molto tempo fa. Ho mosso i primi passi nello scrivere di musica ad inizio anni 90, scrivendo per riviste come Flash (3 anni) e Metal Shock (ben 15 anni), qualche apparizione su MusikBox e poi il web, siti come Extramusic, Paperlate, Sdangher, Brutal Crush e Artists & Bands. I capelli mi si sono imbiancati, ma la passione per la musica è rimasta per me inalterata nel tempo, anzi molti mi dicono che non ho più speranze!!!!