“AMSTERDAM” – IL NUOVO SINGOLO E VIDEOCLIP DEGLI SCORTESI
Abbiamo raggiunto una originalissima band “Scortesi” per parlare del loro ultimo singolo e del relativo videoclip che lo accompagna: il video di “Amsterdam”, il nuovo singolo degli Scortesi, con la regia di Umberto Petrocelli.
Il video originalissimo di Amsterdam – così come ci raccontano – “trasporta nel mondo psichedelico di Marco, il quale fuggendo dalla noia è portato ad un contatto interstellare” . Amsterdam, l’affascinazione del viaggio profondo, sotto un cielo che cambia di continuo il gruppo “continua a suonare e suonare, fino all’arrivo dell’alieno e all’inevitabile esplosione”. L’affascinazione dunque del viaggio e della mescolanza tra psichedelia e il mondo alieno. così gli Scortesi. Una intensa ballata brit-pop con un tratteggio pregiato e una sonorità profonda, un brano ben musicato e molto molto piacevole, che resta.
Gli Scortesi sono Marco Curti (voce, chitarra), Francesco Oliva (basso), Tommaso Orioli (batteria) e Matteo Polci (chitarra). Il progetto poggia le fondamenta nel 2015 ma si stabilisce soltanto nel 2020, con la registrazione dei singoli “Amsterdam” e “Fosforo”, prodotti da Fabio Grande e Pietro Paroletti (Joe Victor, Mai Stato Altrove, I Quartieri).
Li abbiamo raggiunti e intervistati:
Parliamo del vostro singolo “Amsterdam”, come nasce, qual è l’ispirazione e l’idea comune?
I brani nascono più o meno tutti allo stesso modo: si parte da un messaggio vocale di Marco su WhatsApp per poi proseguire col lavoro ulteriore in sala prove. Nel caso particolare di Amsterdam, la canzone è stata poi successivamente prodotta e rifinita da Fabio Grande e Pietro Paroletti dello studio “Sala 3”.
Un linguaggio poetico, un ritorno al cantautorato più classico, quanto sono importanti le radici della canzone d’autore e che eredità lasciano, oggi?
La tradizione cantautoriale in Italia è molto forte e noi non ne siamo immuni, come dimostra Amsterdam.
Sicuramente una parte del fascino dei classici italiani è dovuta anche a un linguaggio in grado di risultare familiare e distante al tempo stesso – un equilibrio che nei testi moderni sembra divenire sempre più precario a favore di una fruibilità più “immediata” del brano.
La speranza è quella che, tenendo sempre a fuoco ciò che ha reso eterni molti capolavori, si possa trovare il modo di emergere all’interno di un contesto e degli schemi che di fatto lo rendono sempre più difficile.
Lo stesso videoclip che accompagna il brano è molto particolare, volete raccontarlo a noi di Tuttorock?
Parlandone tra noi – e soprattutto grazie all’aiuto di Umberto Petrocelli, che ha scritto e diretto il video – abbiamo individuato il viaggio di un astronauta come il concept giusto per un videoclip che non avrebbe dovuto raccontare una storia, bensì concentrarsi sulla particolarità delle immagini. La verità è che in quel periodo ci affascinavano molto gli alieni e lo spazio profondo.
Qual è la vostra esigenza narrativa e creativa, a quali suoni, sound, nostalgie si ispira il brano? Voi, a chi vi ispirate, quali gli artisti di riferimento?
Il sound del gruppo si ispira a due grandi mondi: quello della canzone d’autore, per quanto riguarda le tematiche trattate e la metrica dei testi; e quello del cosiddetto britpop, per i suoni. A queste due colonne della musica contemporanea si affianca poi la formazione musicale di ognuno di noi, che veniamo da storie differenti. In sintesi, si spazia dall’indie rock al pop, dal garage al punk, passando per il britpop e la canzone italiana.
Perché gli Scortesi, come nasce il nome del gruppo? Come vi siete incontrati?
Il nome del gruppo l’abbiamo scelto io (Francesco) e Marco con l’intento di rendere omaggio a tutti i gruppi beat italiani degli anni Sessanta (I Ribelli, I Giganti, I Corvi, I Barbieri, etc.).
Ci siamo conosciuti suonando in giro per Roma con altre rispettive formazioni e successivamente sono subentrati Tommaso e Matteo, che invece abbiamo conosciuto su internet.
Un vostro pensiero sulla musica che resiste e che ha resistito a 15 mesi di sofferenza, durante l’emergenza sanitaria.
Abbiamo vissuto come tutti una terribile fase di stasi musicale e culturale. Per noi è stata dura, ma negli anni abbiamo instaurato un forte legame personale che ci ha permesso di resistere e di continuare a lavorare subito dopo la fine del primo periodo pandemico, concentrandoci sulla scrittura di brani nuovi. La speranza è di poter tornare alle serate e ai concerti, e di ripristinare una condizione di normalità al più presto.
Alessandra Paparelli
Alessandra Paparelli speaker e conduttrice radiofonica, collabora e lavora con diverse riviste e giornali cartacei. Conduco il venerdì un programma di politica su RID RADIO INCONTRO DONNA 96.8 fm su Roma e nel Lazio. Scrivo e collaboro sul quotidiano in edicola La Notizia, pagina culturale, attualità, spettacolo (in edicola a Roma, Milano e Napoli).