I RAGAZZI DEL MASSACRO – La band milanese presenta il nuovo EP
Ho avuto il piacere di intervistare Davide De Santis, cantante e chitarrista ritmico de “I Ragazzi del Massacro”, formazione milanese fortemente ispirata alla filosofia e alla cultura post punk europea di fine anni ’70 che oggi, martedì 1 giugno, pubblica il nuovo EP “… and Johnny left the gun”.
Ciao Davide, benvenuto su Tuttorock, parliamo subito di questo vostro nuovo EP, che ho apprezzato molto, “… and Johnny left the gun”, come mai questo titolo?
Grazie a voi per averci invitato, siamo contenti che ti sia piaciuto. Tutto ha origine dal libro “Johnny got his Gun”, un testo nato in un periodo della storia americana dove parlare di antimilitarismo e fare critiche alla guerra era davvero pericoloso.
Dalton Trumbo, autore e sceneggiatore di Hollywood entrato nella famosa lista dei filocomunisti in America, ne ha pagato tutte le conseguenze del caso.
Ci piaceva il messaggio di antimilitarismo e di libertà di parola e pensiero, che abbracciamo e promuoviamo da sempre. Si è pensato che dargli una continuità in “… and Johnny left the gun” desse una degna rappresentazione del messaggio: “deponete le armi”.
Quando sono nati i 5 brani?
Durante il lockdown, dove si è persa la libertà di poter fare quello per cui ci si sente vivi. Nel nostro caso la musica. La figura di Johnny, mutilato dalla guerra, ci sembrava rappresentasse bene il nostro stato d’animo, mutilato dalla mancanza di espressione e libertà di azione.
Siete partiti da un testo, da un riff, da una melodia o è dipeso dai casi?
Siamo partiti da brani fatti a casa in acustico, tornando alla modalità folk degli arrangiamenti, tornando alla semplicità di una struttura classica della canzone che sicuro mette in risalto i testi e la storia da raccontare.
Siamo partiti dal singolo “Johnny got his gun” e da lì si è sviluppato tutto l’EP.
Come vi siete conosciuti e quando avete deciso di dar vita al progetto “I ragazzi del massacro”?
Ormai nel lontano 2017, io arrivavo dal progetto Cineteca Meccanica, ma mi mancava l’atmosfera della band, quindi, con Luca, provenendo dallo stesso background darkwave milanese, abbiamo dato vita al progetto, si è unito subito Danilo al basso, spostandosi poi alla chitarra. Carlo invece è arrivato l’anno scorso, dopo che il primo bassista ha lasciato il progetto.
Nel 2020 è arrivato appunto al basso e alle tastiere Carlo Andrea Ceccoli, cos’ha dato in più alla band?
Sicuramente la giovinezza e un po’ di entusiasmo in più che mancava e poi, essendo anche tastierista, abbiamo inserito molti suoni nuovi di sintetizzatore. Credo comunque che Carlo abbia un’identità stilistica e una sonorità che si accosta meglio al nostro genere.
La vostra proposta musicale è un omaggio alla cultura alternativa del movimento post-punk anni ’70, chi sono i vostri artisti di riferimento?
Madrugada e Nick Cave degli anni 80 in primis, Bowie e Iggy Pop, comunque ascoltiamo davvero di tutto e anche a livello italiano abbiamo i nostri capi saldi: De André, Battiato, Rino Gaetano. A livello più punk i CCCP e CSI restano il miglior gruppo italiano di sempre, insieme a One Dimensional Man e Teatro degli Orrori.
C’è invece oggi qualche band o qualche artista che vi ha colpito particolarmente?
Ci piacciono molto i Fountain DC e gli Idles.
Qual è il vostro più grande sogno musicale?
Partecipare a qualche festival importante e poi restare uniti il più a lungo possibile.
Come vi state muovendo riguardo ai live?
La situazione era già difficile prima, adesso è terribile. Però forse questa cosa servirà a far tornare la voglia di live sia al pubblico che ai gestori, ma le istituzioni devono fare la loro parte, o meglio, almeno, a non ostacolare. Negli ultimi anni è stata la mancanza di posti autogestiti che ha chiuso i ponti ai gruppi underground. In ogni caso presenteremo l’album in streaming live il 19 giugno. State connessi alla pagina FB per i dettagli.
Grazie mille per il tuo tempo, vuoie aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista?
Ringraziavi per lo spazio che date a chi ne ha poco e vi assicuro che è molto apprezzato.
Però vorrei dare un consiglio ai giovani, non sprecate il tempo e fate tutto il possibile per fare quello che vi piace. Nella vita fare qualcosa che ci opprime è la peggiore tortura.
MARCO PRITONI
Band:
Voce, chitarra ritmica: Davide De Santis
Chitarra solista: Danilo Caraccio
Basso, tastiere: Carlo Andrea Ceccoli
Batteria: Luca Divina
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Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.