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RICHARD BARBIERI – Intervista al tastierista inglese

RICHARD BARBIERI – Intervista al tastierista inglese

In occasione dell’uscita di “Under A Spell”, il nuovo album di Richard Barbieri già recensito su queste pagine (leggi qui la recensione), h avuto l’occasione di intervistare tramite piattaforma Zoom, il tastierista inglese. Abbiamo parlato del suo nuovo disco, dei Japan, dei Porcupine Tree e ciò che segue è il resoconto dell’intervista.

Ciao Richard e benvenuto su Tuttorock. Come stai? Proprio oggi esce il tuo nuovo album!
Si, oggi e sono molto contento, ci ho lavorato seriamente!

Parlami del processo compositivo di “Under A Spell”. Cosa ti ha ispirato nella scrittura?
Ho cercato di avere una menta molto aperta per creare qualcosa di diverso e un po’ mi aiutato questa emergenza che stiamo vivendo.

Ha scritto i brani nel tuo studio a differenza del precedente che avevi registrato in vari studi europei. Queste restrizioni per il covid ti hanno portato a questo cambiamento?
Si, esattamente!! Quando registrai l’album precedente avevo la possibilità di spostarmi per l’Europa e avevo cercato di scegliere i luoghi per registrare nel migliore dei modi. Stavolta il lockdown, le restrizioni mi hanno fatto decidere di rimanere nel mio studio personale e scegliere i migliori strumenti a mia disposizione per registrare ogni brano.

“Under a Spell” e “Lucid” sono la chiave di apertura e di chiusura di tutto l’album?
Si, penso proprio di si, in questo periodo difficile ho cercato delle chiavi di lettura per comprendere meglio le mie composizioni. Ci sono varie atmosfere, è però un viaggio nella vita, un messaggio positivo, di cambiamento perchè ne abbiamo veramente bisogno.

Potrebbe essere un invito a sognare?
Esattamente!! E’ proprio quello che intendevo e mi fa piacere che te ne sia accorto. Alcuni sono dei miei sogni che a volte sono anche strani e è poi un invito a svegliarsi avendo sempre pensieri positivi. Queste ultime atmosfere mi hanno fatto trasformare i  miei sogni lucidi che sono poi diventati importanti per le atmosfere dei vari brani.

Ma quanto ha contribuito l’emergenza covid e il lockdown in fase di scrittura?
Ha contribuito moltissimo sia in modo positivi che negativo, mi ha ispirato moltissimo.

Ma quale è il brano con il messaggio più positivo?
L’ultimo brano perché è un sogno e posso dire anche un viaggio che fa stare bene, un sogno molto affascinante che ognuno di noi fa poi suo e personale.

Ci sono anche ospiti come Steve Hogart dei Marillion e la cantante svedese Lisen Rylander Love, come li hai scelti?
Sono musicisti con cui collaboro ogni tanto, Steve è poi un amico e ance Lisen è una bravissima artista. Mi hanno aiutato in alcune idee.

Tra “Planet+Persona” e “Under The Spell” ci sono una serie di EP, “Variants”, perché?
Dopo un album difficile con “Planet+Persona” dovevo riordinare un po’ le idee prima di iniziare a scrivere altri brani, ma avevo in testa alcune idee, erano impresse nella mia mente e dovevo registrarle. Ogni idea era diversa e alla fine ne ho ricavato gli EP che dici tu e li ho chiamati Variants. Mi è piaciuta molto l’idea e ho cercato di mettere ad ogni composizione molto feeling.

Come consigli di ascoltare “Under A Spell”, in cuffia, ad occhi chiusi?
In cuffia sicuramente. Sarebbe l’atmosfera giusta, ascoltarlo in cuffia ti porta veramente a sognare.

Come definisci il tuo sound?
In questi album elettronico e jazz, anche sperimentale e con un po’ di progressive rock

E’ stato rimasterizzato “Quiet Life” dei Japan, cosa ne pensi e che ricordi hai di quei tempi?
Splendidi ricordi, erano altri tempi, avevamo un equipaggiamento molto professionale, uno studio eccezionale e anche un ottimo produttore e creavamo musica raffinata e anche sofisticata. Ho avuto modo di riascoltare la nuova rimasterizzazione e devo dire che è stato fatto un lavoro fantastico, sono molto felice di come è stato fatto il lavoro e di averlo riascoltato.

Una sola domanda sui Porcupine Tree, è una storia chiusa o ci sarà un ritorno?
Ci sono possibilità, te lo anticipo. Dipende sempre da Steven Wilson, ma posso dirti che qualcosa potrebbe muoversi.

Hai citato Steven Wilson che con l’ultimo album si è messo a ricreare quel sound che tu facevi negli anni 80 con David Sylvian!!
Forse si!! (sorride, nda)

Chiudi l’intervista come vuoi, un messaggio ai tuoi fan italiani a entrare nei tuoi sogni.
Amo molto l’Italia, ci sono stato moltissime volte e ho fatto alcuni dei migliori concerti e poi ho origini italiane e spero di vedervi presto.

FABIO LOFFREDO

Band:
Richard Barbieri: Tastiere, synths, percussioni e programmazione effetti
Christian Saggese: Chitarra acustica
Axel Crone: Basso
Percy Jones: Basso
Kjell Severinsson: Batteria e percussioni
Luca Calabrese: Tromba
Klas Assarsson: Trombone
Gill Morley: Violino
Steve Hogarth: Voce
Suzanne Barbieri: Voce
Lisen Rylander Love: Voce
Sophie Worthen: Voce

https://www.facebook.com/richard.barbieri.75
https://kscopemusic.com/artists/richard-barbieri/