PIER CORTESE – Intervista al cantautore, musicista e produttore romano
In occasione dell’uscita del nuovo singolo “È per te”, che segue, a distanza di 2 mesi, “Tu non mi manchi”, ho avuto il piacere di intervistare il cantautore, musicista e produttore romano classe 1977 Pier Cortese.
Ciao Pier, benvenuto su Tuttorock, giovedì 25 marzo è uscito il tuo nuovo singolo, “È per te”, che riscontri stai avendo?
Ciao Marco, piacere! Sto avendo dei riscontri molto belli e confortanti. Sto ricevendo molto affetto, un pochino me l’aspettavo ma non così tanto. Ho ricevuto tantissimi messaggi privati molto significativi da parte di colleghi, ciò mi ha dato una bella spinta emotiva, dopo 12 anni non pretendevo di ritornare trovando fuochi d’artificio ad accogliermi. Quando fai dei tentativi di ricerca ed esplori territori nuovi, soprattutto in un periodo così, questo entusiasmo vale ancora di più.
Io definirei il brano una sorta di electro world music, sei d’accordo con me?
Ci sta, assolutamente, a volte noi ci rassicuriamo cercando di mettere in una categoria le cose ma altre volte, semplicemente, abbiamo solamente la speranza di aprire orizzonti nuovi. C’è sicuramente del world, dell’afro, dell’elettronica, quindi sono d’accordo con te.
È nato prima il testo o la musica?
In questo caso avevo appuntato delle parole che avevano sonorità che si trovavano nel mio retropensiero. Quando scrivo qualcosa sento già la predisposizione sonora di quella cosa, poi cerco di creare un territorio musicale molto largo, senza strutture, che non ha confini, infatti questa canzone finisce con una narrazione, non c’è nemmeno il ritornello, ci sono delle suggestioni e delle atmosfere. In questo grande territorio musicale cerco di far convivere tutti gli elementi nella maniera più giusta a seconda dell’intenzione e dell’ambizione finale della canzone.
Di chi sono le voci di bambini che si sentono nel brano?
Sono le voci dei bambini del coro dell’Accademia Carillon di Battipaglia, loro sono miei amici e abbiamo fatto tante cose in precedenza anche nei miei due dischi di canzoni per bambini “Little Pier e le storie ritrovate” e “Lasciateci la fantasia”. Inoltre, con uno dei maestri dell’Accademia, Walter Monzi, ho scritto e girato i videoclip sia del precedente singolo “Tu non mi manchi” che di “È per te”.
Qual è la tua visione del mondo dell’infanzia in questa degradata società contemporanea?
Purtroppo è una generazione messa sottovuoto, i bambini oggi subiscono tutti gli errori che abbiamo fatto noi. Hanno tutta questa energia compressa, tenuta al chiuso, in un’età dove il bisogno di comunicare, di giocare e di restare insieme è fondamentale, loro subiscono i nostri fallimenti, infatti la canzone “È per te” consegna la speranza che questo non succeda o comunque che possano ricevere un’attenzione e un’empatia diversa dal mondo che li circonda. È una canzone pensata per una parte fragile della società di cui loro fanno parte.
“Tu non mi manchi” e “È per te”, due singoli che andranno a comporre un album che uscirà quando?
Più o meno verso ottobre, si spera in prossimità di aperture e possibilità di ritornare a suonare dal vivo.
L’album è già pronto o lo stai ancora perfezionando e modificando?
Io sono sempre lì a fare modifiche, sono un artigiano che ogni giorno aggiunge o toglie un elemento. Anzi, toglietemi di mano questo disco sennò faccio solo danni! (ride -ndr). Sono cose che ho pronte da anni, cose che fino a 5 anni fa detestavo perché ero cascato in una specie di trappola psico-musicale che mi aveva coinvolto particolarmente. Oggi ho più lucidità e positività ma sono comunque un maniaco del dettaglio, non della perfezione, amo l’imperfezione ma sono un maniaco dell’andare a scovare qualcosa che prima non avevo visto e amo dire a tutti: “Ho trovato questa cosa, ho trovato questo pezzo di suono, ascoltatelo per favore, stava nascosto sotto a dei dinosauri alati, ascoltatelo!”. Mi piace portare delle fotografie nuove.
Faccio a te la stessa domanda che ho rivolto al tuo collega e amico Roberto Angelini, quanto ti ha fatto crescere a livello umano e musicale la collaborazione con Niccolò Fabi?
Le collaborazioni portano sempre nuova linfa, danno un punto di vista diverso, anche nella vita avere un punto di vista diverso è stimolante, significa molto perché ti dà la possibilità di avere parametri più ricchi e completi per valutare qualcuno o qualcosa, che può essere anche una canzone. Una sensibilità così nobile e colta come quella di Niccolò, che è un amico oltre ad un collaboratore, è un valore aggiunto importante. Poi noi ci mischiamo, una volta uno fa il produttore, un’altra volta fa il cantante, come si suol dire, cambiando l’ordine degli addendi la somma non cambia.
Riguardo a Roberto Angelini, invece, avete in programma qualcos’altro insieme dopo quei due bellissimi dischi di cover “Discoverland” e “Drugstore”?
Sì, ce lo stiamo dicendo, “Discoverland” ci ha fatto suonare ovunque, ci ha dato molto, abbiamo fatto una cosa che in realtà ha anticipato certe mode. La speranza, quando fai una cosa, è che quella cosa possa lasciare un messaggio, un qualcosa di nuovo da cogliere, quella è stata un’esperienza meravigliosa, poi con Bob siamo fratelli, è tutto molto semplice con lui. Adesso è coincisa questa urgenza di fare uscire le nostre cose, poi ci sono delle parentesi, siamo molto onesti con i nostri bisogni, parlo per me e posso farlo anche per lui perché lo conosco molto bene. Non è stato un caso che per 12 anni io abbia smesso di fare i miei dischi come cantautore, non ho voluto forzare nulla, non voglio mai esistere tanto per esistere. Le cose vanno fatte quando c’è una maniera giusta per farle e quando ci sarà di nuovo il nostro pallone, io e Bob ci giocheremo nuovamente insieme.
Oltre all’album di Niccolò “Tradizione e tradimento”, hai anche prodotto due album di Fabrizio Moro e sei stato autore di un brano di Marco Mengoni. Inoltre hai scritto la colonna sonora del docufilm di Rossana Cingolani “Il Filo dell’Acqua” e del cortometraggio “Corpo” di Davide Colaiocco. Poi, nel 2018 hai partecipato come musicista e direttore musicale al programma “Rabona” condotto da Andrea Vianello in onda tutti i venerdì su Rai 3. C’è qualcosa che ti piacerebbe fare nel mondo dell’arte che non hai ancora fatto?
Io sono un fan delle colonne sonore, mi piacerebbe farne una per un film, magari uno di quelli sperimentali nordici. Mi piacerebbe anche suonare nei musei, cosa che avevo già detto a Bob, accolgo tutto ciò che è stimolante. Da un paio di settimane sto anche facendo un corso di musica per videogame, lì devi animare e musicare il personaggio stesso oltre che il contesto, è molto divertente.
Sanremo 2007 che esperienza è stata per te? Hai visto l’ultima edizione?
È comunque un’esperienza magnifica ma mi ha lasciato qualcosa di incompleto, ero andato lì con una promozione, era uscito già “Souvenir”, Pippo Baudo mi voleva lì quell’anno anche se avrei preferito immaginarmi lì con un’altra canzone e un altro spirito ma le cose sono andate così e ho scritto una canzone last minute. Mi piace pensare che magari un giorno ci potrà essere di nuovo un’occasione che possa assomigliare di più a quello che vorrei fare su quel palco, purtroppo non sempre i tempi e le cose coincidono, speriamo possa risuccedere altrimenti cercherò occasioni altrove, cercherò di risalire di nuovo come sto facendo, comunicando tutto quello che è realmente il mio passaporto adesso senza alcun equivoco. Ho seguito il Festival, mi piace che Sanremo sia costretto a fare i conti con la musica reale, è una cosa buona. Quest’anno è stata un’edizione particolare, un po’ sottovuoto, però sono contento per Colapesce e Dimartino, loro hanno fatto un percorso importante, fatto di cose belle e in questo caso Sanremo ha premiato e coronato la loro gavetta.
I live ora sono fermi ma, quando si potranno rifare, hai in mente di presentare il tuo disco sul palco da solo o con una band?
La mia idea è di essere in due con uno schermo dove succederanno delle cose più o meno come potete vedere nel videoclip di “È per te”.
Grazie mille per il tuo tempo, vuoi aggiungere qualcosa per chiudere l’intervista?
Grazie a te Marco, direi di aver detto tutto, ciao!
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.