MORK – Intervista a Thomas Eriksen, fondatore del progetto black metal norvegese
In occasione dell’uscita del nuovo album “Katedralen”, prevista per venerdì 5 marzo su etichetta Peaceville Records, ho avuto il piacere di intervistare Thomas Eriksen, fondatore e mente del progetto musicale norvegese Mork con forti richiami al black metal dei primi anni ’90.
Ciao Thomas, benvenuto sulle pagine di Tuttorock, come stai in generale?
Grazie. Sto abbastanza bene. Pandemia o no, sono sempre impegnato con le cose relative a Mork.
ll nuovo album “Katedralen” (che trovo fantastico) uscirà il 5 marzo, perché hai scelto questo titolo?
In realtà è un vecchio titolo. Originariamente il lavoro era stato pensato come un concept EP, contenente 4 tracce. Doveva essere un viaggio che sarebbe terminato in un’enorme cattedrale, dove le anime perdute venivano conservate per l’eternità. Tuttavia, quell’idea non si è mai concretizzata, a parte alcune demo che restano negli archivi. Era il 2007-2009, o giù di lì. Durante il 2019 mi è tornato in mente e ho deciso di utilizzare il titolo per il successivo, ora nuovo, album.
Cosa ti ha ispirato nello scrivere i testi?
I testi per me sono come poesie. Li scrivo sempre senza musica o idee musicali specifiche dietro loro. Vengono da me e li butto giù tramite scarabocchi. Non ho intenzione di esporre i significati o le origini dei miei testi, ma posso dire che tutto viene da dentro, scrivere testi per me è come dipingere un quadro, in un certo senso, cerco di visualizzare le mie visioni in parole. Alcuni sono molto personali e altri possono essere ispirati da cose che vedo o provo.
“Arv”, il primo singolo dell’album, è il mio brano preferito, in particolare apprezzo molto il lavoro che hai fatto sulla voce pulita, vuoi raccontarmi un po’ come è nata la struttura di questa canzone?
Ho la tendenza a dimenticare tutto quello che riguarda l’effettivo processo di scrittura e registrazione. Una volta che una traccia è finita, mi ritrovo a non riuscire a ricordare tali dettagli. Ma “Arv” è una traccia abbastanza personale, almeno dal punto di vista del testo. Si tratta della morte di un genitore e della trasmissione di un’eredità alle giovani generazioni. Musicalmente ho pensato che la traccia si adattasse bene al contenuto dei testi, le melodie aggiunte sia nei riff che nelle voci sono un fattore importante che porta malinconia e tristezza a tutto ciò.
E dove hai girato il video di quella canzone?
È stato girato alla Fortezza di Fredriksten, che si trova su una montagna sopra la mia città natale di Halden. La posizione effettiva è all’interno di un vecchio forte, un bunker all’interno della fortezza. Il video è stato girato e montato da Gray Gull Productions.
Hai avuto anche degli ospiti nel disco, come Nocturno Culto dei Darkthrone e Eero Pöyry degli Skepticism, come sei arrivato a collaborare con loro?
Nocturno è un mio buon amico, quindi con lui è andato tutto liscio. Ci siamo incontrati nel mio studio e lui ha portato la sua magia. Lo stesso vale per Dolk dei Kampfar, che ha dato un contributo fantastico al brano «Født til å herske». Portare Eero a bordo è stato speciale per me. Da quando ho sentito gli Skepticism all’inizio degli anni 2000, quei sentimenti di vuoto e di solitudine non mi hanno mai abbandonato. C’era qualcosa di molto speciale nella loro musica funeral doom che mi ha davvero colpito. Quindi, tornando veloci ai giorni nostri, quando ho scritto la title track di questo nuovo album, mi sono imbattuto in una parte che mi ha ricordato quel funeral doom. È stato allora che ho avuto l’idea di rintracciare quel ragazzo e chiedergli di applicare i suoi organi a canne alla mia traccia. Fortunatamente tutto è andato a buon fine e il cerchio è stato completato.
Ascoltando il disco finito la prima volta quanto sei stato soddisfatto di ciò che hai creato?
Sono rimasto molto sorpreso di aver lavorato così bene. È sempre così per me. Soprattutto nel processo di aggiunta della voce alla musica, trovo che sia andato davvero molto bene. Sono molto orgoglioso e anche molto fiducioso nel mio lavoro. Non vedo l’ora di portare il maggior numero di anime perdute nella cattedrale.
È ancora la Norvegia, dopo circa 30 anni, la vera patria del black metal?
Beh, il black metal ha le sue origini altrove. Ma qui abbiamo il nostro genere davvero unico, che è il “True Norwegian Black Metal”. Quello apparterrà sempre alla Norvegia, sicuramente.
Sei soddisfatto di come sono andate le cose per te nel mondo della musica finora?
Pensando sia al primo Mork che era un progetto parallelo nato nella mia stanza da ragazzo, registrato con la batteria della tastiera e un microfono scadente e rotto, che a quello di oggi, dirò che ho fatto molta strada. Ho iniziato a pubblicare la musica di Mork seriamente nel 2013 e oggi siamo in attesa dell’album numero 5, oltre ad essere una band che gira il mondo. Ma, probabilmente, non sarà più lo stesso di prima che Internet prendesse il sopravvento.
Ho letto che hai già in programma un tour, manterrai quelle date o pensi di spostare i tuoi concerti più avanti nel tempo?
Proprio ieri mi è stato detto che il nostro tour europeo a maggio sarà cancellato. È davvero uno schifo. Questo tour originariamente era già previsto per lo scorso anno e nessuno sa cosa succederà nel 2021. Abbiamo concerti programmati per tutto l’anno, ma dobbiamo vivere alla giornata.
Grazie mille per il tuo tempo, vuoi dire qualcosa ai fan italiani di Mork?
Grazie mille per l’attenzione. Mork ha avuto l’onore di visitare e suonare nel vostro paese soltanto una volta finora. Abbiamo suonato a Parma alla fine del 2019. Ovviamente ci piacerebbe tornare e fare più concerti. Quando il mondo tornerà alla normalità, si spera, Mork tornerà in Italia. Grazie (in italiano – ndr).
MARCO PRITONI
** ENGLISH VERSION **
On the occasion of the release of the new album “Katedralen”, scheduled for Friday 5 March on Peaceville Records label, I had the pleasure of interviewing Thomas Eriksen, founder and mastermind of the Norwegian musical project Mork with strong references to the black metal of the early 90s.
Hi Thomas, welcome to the pages of Tuttorock, how are you doing in general?
Thanks. Well, I am doing quite alright. Pandemic or not, I am always busy with Mork related stuff.
The new album “Katedralen” (Which I find amazing) will be released on March 5th, why did you choose this title?
It is an old title, actually. It was originally thought out as being a concept EP, containing 4 tracks. It was supposed to be a journey that would end up at a huge cathedral, where lost souls were kept for all eternity. However, that idea never materialized, other than some demos that remains in the archives. This was back in 2007-2009, or something like that. However sometime during 2019 it came back to me and I decided to use the title for the next, now new, album.
What did inspire you in writing the lyrics?
Lyrics to me are like poems. I always write them without music or any specific musical ideas behind them. They just come to me and I’ll scribble them down. I am not going to expose the meanings or origins of my lyrics, but I can say that it all comes from within. Writing lyrics to me is like painting a picture, in a way. I try to visualize my visions in wording. Some are very personal and others can be inspired by things I see or feel.
“Arv”, the first single on the album, is my favorite track, in particular I really appreciate the work you have done on the clean voice, would you like to tell me a little about how the structure of this song was born?
I have a tendency to forget all about the actual process of writing and recording. Once a track is done, I catch myself in not being able to remember such details. But, “Arv” is a quite personal track, lyrically at least. It is dealing with the passing of a parent and the handing down of a legacy to the younger generation. Musically I thought the track fitted well with the lyrical content. The added melodies in both riffs and vocals is an important factor that brings melancholy and a sadness to it all.
And where did you shot the video of that song?
That was shot at the Fredriksten Fortress which lies on a mountain above my hometown of Halden. The actual location is within an old fort or call it a bunker within the fortress. Video was shot and edited by Gray Gull Productions.
You also had some guests on the record, such as Nocturno Culto from Darkthrone and Eero Pöyry from Skepticism, how did you come to collaborate with them?
Nocturno is a good friend of mine, so that came to be quite smoothly. We got together in my studio and he did his magic. The same goes for Dolk of Kampfar, who did a fantastic contribution to the track «Født til å herske». Getting Eero onboard was a special one for me. Ever since I heard Skepticism back in the early 2000’s, those feelings of emptiness and loneliness has never left me. There was something quite special with their Funeral Doom music that really hit me. So, fast forward to present day. When I wrote the title track of this new album, I kind of stumbled into a part that reminded me of Funeral Doom. That is when I got the idea to track that guy down and to ask him to apply his pipe organs to my track. Luckily it all came to fruition and the circle is complete.
Listening to the finished record the first time how satisfied were you with what you created?
I was very surprised that I worked so well. That’s always how it is for me. Especially in the process of adding the vocals to the music. But, I feel that it came through very well. I am very proud and confident in my work. Looking forward to bringing more lost souls to the cathedral.
Is still Norway, after 30 years, the true homeland of black metal?
Well, black metal has its origins elsewhere. But, we do have our own very unique genre here, which is “True Norwegian Black Metal”. Which always will belong to Norway, for sure.
Are you satisfied with how things have gone so far for you in the world of music?
From Mork being a side-project in my boyhood room, recorded with keyboard drums and a cheap, broken microphone… to being what it is today. I will say it has come a long way. I began releasing Mork’s music for real in 2013 and by today we are awaiting album nr 5, as well as being a international travelled band. But, the industry will probably never be the same as it was before internet took over.
I read that you already have a tour planned, will you maintain those dates or do you plan to move the shows later?
Just yesterday I was told that our EU tour in May, will be canceled. It really sucks. This tour originally was scheduled for last year as well. No one knows what will happen in 2021. We do have shows planned throughout the year, but we all have to take it one day at the time.
Thank you very much for your time, do you want to say something to Mork’s Italian fans?
Thanks a lot for the attention. Mork had the honor of visiting and playing your country once, this far. We played Parma in late 2019. We would of course love to come back and do more shows. When the world goes back to normal, hopefully, Mork will be back in Italy. Grazie (In Italian – Editor’s note).
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.