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LUNATIC SOUL – Intervista al cantante, bassista e fondatore Mariusz Duda

LUNATIC SOUL – Intervista al cantante, bassista e fondatore Mariusz Duda

Torna Mariusz Duda, ma stavolta non con i Riverside, ma con il suo progetto Lunatic Soul. Stavola cambia volto e lascia un po’ da parte l’elettronica per creare atmosfere folk, sempre viaggiando parallelamente con il rock progressivo. Ciò che segue è il resoconto dell’intervista con il musicista polacco.

Ciao e benvenuto su Tuttorock. La prima domanda è di parlarmi del processo compositivo di “Through Shaded Woods”, come nascono i brani?
Ciao, grazie! Compongo la mia musica allo stesso modo per tutti i miei album. Prima c’è una bozza e l’idea principale per l’album, poi mi chiedo quali suoni dovrei usare. Dopo di che registro le prime bozze sul telefono, suono e canticchio tra me e me. Poi entro in studio e registro per davvero. L’ultima parte è scrivere testi e cantare. Nel caso di “Though Shaded Woods” il processo di creazione delle composizioni era identico. Penso che sia il quindicesimo album della mia carriera, il settimo sotto i Lunatic Soul e il primo interpretato interamente da me.

Musicalmente è meno elettronico e più folk, perché questo cambiamento?
Perché volevo un album folk. Quello che è sciamanico, primario e slavo. Non volevo usare l’elettronica su questo album, avevo voglia di riprendermi il sound delle mia Terra, la Polonia.

Il significato dei testi?
È la conquista dell’oscurità. “Shaded Woods” sono un simbolo dei nostri traumi e incubi. Entrare nella foresta simboleggia il superarli. Inoltre, vale la pena ricordare che la storia dei Lunatic Soul ha la sua trama. L’ho chiamato “Il ciclo della vita e della morte”. Ci sono album dalla parte della vita e dalla parte della morte. Questo è l’ultimo dalla parte della morte e parla della seconda possibilità e della rinascita. Gli “Shaded Woods” sono la prova finale.

Perché la decisione di far uscire 2 edizioni, una singola e l’altra doppia?
Da un lato, volevo un album corto di 40 minuti. Questa lunghezza era perfetta per un album in vinile. Quello era il piano principale. Anche se la sessione di registrazione si è estesa così tanto che c’erano più composizioni. Prima di tutto, c’è stata una ssuite,”Transition II” della durata di 28 minuti. Come aggiungo 28 minuti su un lato di un vinile? Ho deciso che la versione estesa sarà disponibile solo su CD, in digitale e in streaming.

Una lunga suite di 28 minuti circa, “Transition II”. Come è nata l’idea?
Adoro le suite. Sono cresciuto con la musica di Mike Oldfield. Devo essere onesto, ho pianificato principalmente cose ambient piuttosto non specifiche. Anche se durante la sessione ho iniziato a creare melodie piuttosto carine. Così ho deciso di tirare i dadi e di collegare ogni parte musicale con un’altra.

L’album esce in un periodo molto difficile per l’umanità, pensi che riuscirà ad allietare chi lo ascolterà?
Spero che li aiuterà a superare questo momento difficile. Fondamentalmente!

Parlami del brano “Navvie”, come è nato?
Sono ben noto per fare composizioni malinconiche e oscure. Ho sognato qualcosa di ottimista, persino ballabile. Ho pensato dove se non nella musica folk sarei stato in grado di farlo. E credo che abbia funzionato e questa è la mia composizione più ottimistica.

Come hai vissuto e stai vivendo questo periodo? La pensi in modo positivo o negativo?
Il bicchiere è sempre mezzo pieno per me.

Quando si potrà tornare a suonare live, darai precedenza ai concerti con i Riverside o ai Lunatic Soul?
Non faccio concerti con i Lunatic Soul. Questo è il mio progetto da solista, in studio. Anche se dopo l’ultimo album penso sempre di più a fare concerti con i Lunatic. Ma è ovvio che prima di tutto i Riverside andranno in tour.

Stai già pensando a scrivere nuovo materiale per i Riverside?
Non ancora. Abbiamo un anno sabbatico. Sto pensando di iniziare i nostri incontri a gennaio e poi ci penserò.

Perché quando hai deciso di creare un progetto parallelo ai Riverside, lo hai chiamato Lunatic Soul e non semplicemente Mariusz Duda?
Volevo creare un mondo musicale nuovo di zecca con il proprio nome e stile, diverso dai Riverside. Doveva essere un progetto che avrebbe soddisfatto solo una parte delle mie ispirazioni. In Riverside potevo creare rock e progressive metal, in Lunatic Soul potevo fare musica orientale e folk. Un giorno, come Mariusz Duda, probabilmente combinerò questi mondi. Ma sto sviluppando i Lunatic Soul e mi piace il fatto che l’ultimo album sia stato accolto così bene.

Grazie Mariusz! Chiudi l’intervista come vuoi, un messaggio per i tuoi fan italiani e i nostri lettori.
Grazie a tutti i miei fan italiani per il loro interesse e supporto.

FABIO LOFFREDO