Ecclesia – De Ecclesiæ Universalis
Quello degli Ecclesia è un modo efficace di portare avanti lo stendardo del gothic-metal. Il gruppo francese si fregia della costruzione di un nuovo e meraviglioso dischetto. Il sound è compatto e ben calibrato, si riescono ad apprezzare tutte le venature possibili, dagli organi mediosi e riverberati alle schitarrate digrignanti ed immortali. Gli zeloti inquisitori propongono un braccio di ferro continuo con l’estetica vigente nel genere inserendo varie confluenze power-metal e glam. L’armonia non rilascia particolari contraccolpi e rimane ben bunkerata su accordi diminuiti e powerchords persecutorii.
La line-up burlescamente fittizia è formata da Frater Arnhwald alla voce, Julius Accusator alla prima chitarra. The Witchfinder General alla seconda chitarra, Frater Ignis Sacer al basso, Pater Hexenhammer alla batteria e Pater Walkelinus all’organo. La figura organistica rappresenta un enorme e consolidato potenziamento delle qualità timbriche della band, e non solo, essa permette di ottenere quel fattore di originalità in più che è sempre mancato ai vari precursori dell’heavy e del doom. Le linee vocali sono oracolari ed azzeccate. Il frater Arnhwald riesce a farci percepire in modo egregio il suo vigore inquisitorio.
L’avvio di “De Ecclesiæ Universalis” ci fa da subito intendere che non siamo davanti ad un semplice simulacro. L’introduzione con Excommunicamus da prime avvisaglie di energia e concettualizzazione ponderata. Vatican III spara il colpo iniziale, inizia una lotta senza quartiere in cui le chitarre si imbizzarriscono supportate dalle retrovie del comparto ritmico che galoppa senza sbavature. Ecclesia Sathani con le sue miscele tra linee melodiche ed ostinati ritmici continua la crociata degli inquisitori francesi. Non ci sono esclusioni di colpi. Montségur è una traccia che si attacca alla carne tramite la sua dinamica vorace e la sua voce a tratti mitragliata e ad altri echeggiante e riverberata. Behold the Heretic burning è un pugno con il filo spinato. Le chitarre si smacchiano un po’ per facilitare un’assimilazione più melodica e questo è più che apprezzabile. Antichristus è il brano più lungo del disco, nei suoi 7 minuti circa, riesce a lanciare nel vuoto una indiscussa potenza. Il bpm è più trattenuto sia per dare un’ulteriore sfaccettatura all’album che per permettere l’inserimento di momenti di quiete. In Deus Vult non c’è spazio per paranoie recidive. Dopo la breve suite precedente, si riparte con tempi incalzanti ed organi dalle sembianze settecentesche. God’s Trial accentua il carattere liturgico che il gruppo decide di imprimere a De Ecclesiæ Universalis, il processo comincia a farsi incandescente e le chitarre marcianti appaiono inarrestabili. Con Burn the Witches la situazione ormai si è fatta chiara. Un’altra esplosione di dinamiche altissime e voraci si antepone a tutto il resto e la cenere evocata sia dal comparto sonoro sia dai versi della band infesta l’impianto dell’ascoltatore. Le campane di Ite Missa Est sanciscono il termine dell’album. Un disco da non perdere se si è amanti del genere.
GIOELE AMMIRABILE
Tracklist:
01 Excommunicamus 1:07
02 Vatican III 4:44
03 Ecclesia Sathani 5:27
04 Montségur 6:04
05 Behold the Heretic burning 4:57
06 Antichristus 7:11
07 Deus Vult 5:34
08 God’s Trial 6:32
09 Burn the Witches 3:25
10 Ite Missa Est 1:40
Credits:
Label: Aural Music
Release: 13 November 2020
Band:
Julius Accusator – Guitars (lead)
The Witchfinder General – Guitars (rhythm)
Frater Ignis Sacer – Bass
Pater Hexenhammer – Drums
Pater Walkelinus – Organ
Frater Arnhwald – Vocals
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