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MARCO GALLORINI – Intervista al cantante

MARCO GALLORINI – Intervista al cantante

marco gallorini

In occasione dell’uscita del suo nuovo singolo “IO E TE” ho intervistato il cantante MARCO GALLORINI.

Ciao Marco, piacere di averti sulle pagine di Tuttorock. Vuoi iniziare a raccontarci come ti sei avvicinato alla musica e quali sono stati i tuoi primi ascolti?
Ciao Maurizio, piacere tutto mio. Sono sempre stato circondato dalla musica, diciamo che si è avvicinata prima lei, in casa avevo due chitarre di mio padre e diversi vinili e musicassette, c’era un po’ di tutto ma principalmente cantautorato italiano, Battisti, Dalla, Bennato, Vasco, erano quelli che ascoltavo maggiormente, a 16 anni ho imbracciato la chitarra per la prima volta e non mi ci sono più staccato.

Hai suonato i generi più duri e rock, ora sei arrivato al folk cantautorale italiano parlando di amore, come è avvenuto questo viaggio musicale?
Hardrock e thrash metal sono stati a lungo il mio ascolto principale, le prime band tra amici erano molto costruttive, ho imparato a suonare e stare sul palco e c’era uno scambio di ascolti costante che mi ha permesso di conoscere stili diversi. Il cantautorato e il rock italiano come Ivan Graziani, Litfiba, Ministri, Timoria, ecc. sono sempre stati una costante e ciò che mi ha influenzato più di tutto. Nell’EP Arbitrio Libero VOL. 1 e nell’album Scelte ho provato a mixare quelli che sono tutti i miei ascolti. La musica è un percorso che si fa sempre in compagnia, in una canzone ci finiscono i gusti di tutti i compagni di viaggio, in quest’ultimo lavoro è stato fondamentale il supporto di Samuel Venzaghi e la produzione di Massimo Palmirotta, che mi ha spinto ad utilizzare sonorità meno incazzate e a buttarla sul cantautorato. Parlare d’amore non è stata una scelta, nei testi ci finiscono molti dei miei pensieri in modo naturale, è un tema troppo ampio che affronto in più canzoni ma sempre con sfumature diverse. Non parlo mai direttamente d’amore, ma di tutte le sue conseguenze e le emozioni che lo circondano. Folk cantautorale? Non credo di esserci ancora arrivato, mi sento sempre rock.

Come ci si sente a cantare di amore in tempo di Covid? Non pensi che l’esperienza abbia tirato fuori il peggio dalle persone? Forse l’amore potrebbe essere una spinta positiva?
È come se cantassi di qualunque altra emozione, alla fine il covid quelle non se le prende. Penso che le persone abbiano avuto solo più tempo e uno strumento come i social per poter manifestare a tutto il mondo la propria cattiveria, alcuni fanno quasi tenerezza, alcuni li troviamo in parlamento. L’amore è sempre stata la soluzione ma troppo complessa per essere capita completamente. Sicuro meglio spinti dall’amore che dalla paura.

Mi ha colpito l’incipit sui navajos, sai che in Italia sono famosi per i fumetti di Tex Willer, la tua idea ha per caso preso il via dalle strisce di Bonelli?
È un’associazione a cui non avevo pensato. Anche se mi è capitato di leggerli, il tutto parte dal libro “Luoghi di culto e culti del luogo” che parla di rituali e delle credenze dei nativi americani. Sono rimasto colpito dalla storia dei Navajo e quando ho scritto il testo di Io e te mi sono tornati in mente.

Come è stata l’esperienza di SanremoRock?
È stata una bella esperienza, ha dato la possibilità a me e alla band di realizzare uno dei sogni nel cassetto che avevamo, quello di calcare l’Ariston. Sono stati giorni di musica, agitazione e voglia di suonare. Si giocava all-in, avevi una canzone e una manciata di minuti per fare del tuo meglio, il tabellone sul palco te lo ricordava tutto il tempo; è passato tutto in un istante, tempo di rendermene conto e stavo lasciando il teatro.

Chiederlo pare un azzardo a oggi, ma progetti futuri? A parte le sabbie mobili dei live, un disco? Il tuo rapporto con gli streaming com’è? Hanno ancora senso oggi dopo quasi un anno?
Idee in cantiere ce ne sono molte, spero di riprendere il prima possibile con i concerti, sarebbe un ottimo modo per provare le nuove canzoni a cui sto lavorando e per promuovere l’album “Scelte” uscito da poco. Di streaming ne ho fatti pochi durante il primo lockdown, ho presentato qualche canzone in acustico, stare davanti al telefono sperando che i gatti non lo ribaltino durante la diretta non è minimamente paragonabile ad un concerto, ma è pur sempre qualcosa. Penso che questi live streaming avranno senso ancora per un bel poco, come ne avevano prima, è un modo semplice per arrivare a tantissime persone anche ai più pigri.

MAURIZIO DONINI

Band:
Marco Gallorini – voce, chitarra
Samuel Venzaghi – basso
Massimo Palmirotta – batteria 
 
https://www.facebook.com/marcogalloriniband
https://www.instagram.com/marcogalloriniproject/

Marco Gallorini Project