DISMAL – Quinta essentia
Quello dei Dismal, anche questa volta, è un lavoro imponente. “Quinta Essentia” si fionda sui nostri impianti audio come degno successore del palco steampunk di “Giostra di Vapore”. Etichettare sotto un unico genere musicale questo lavoro è pressoché impossibile. Le venature gotiche sono onnipresenti, certo, ma il cyborghismo progressive metal è imperante e non riesce a non strizzare l’occhio all’estetica formale che ha sempre accompagnato il nostro immaginario di “musica classica”. I richiami industrial si mescolano agli stereotipi fiabeschi e tutto quello che accade durante le nove tracce dell’album è sempre e costantemente inaspettato.
Le chitarre digrignano, i samples audio regnano indispettiti, il comparto ritmico ne governa l’avanzata, La voce tende un filo rosso che collega il resto del corpo sonoro e l’orchestrazione fa paura (tecnicamente paura) tramite la sua complessità ed assolutezza. I presupposti di Quinta Essentia, da soli bastano a garantire una speculazione fresca e longeva. La line-up della band è formata da Rossana Landi alla voce e al contrabbasso, Bradac al piano, synths, orchestrazioni e percussioni, Daniele Porfido chitarra elettrica a otto corde, chitarra classico, infine Lautaro Acosta al violino. “Gold Leviathan Part I,II”: genera un inizio prorompente e propulsivo in cui la voce di Rossana e la batteria di Bradac fanno capolino aizzando le orecchie dell’ascoltatore con momenti di alternate distorsioni e lucidità sonora. “Turin Black Light Act I,II,III” è una traccia ciclopica, intensa ed incandescente. La sua lunghezza (più di undici minuti) si avverte a malapena grazie ai molteplici cambi di colore ed ambientazione sonora. “Alma Mater (Alchimia della natura)” si propone di far fiorire il belcanto italiano tra armonizzazioni taglianti e delicati cori battenti e contrappunti. Gli archi diventano uno tsunami agrodolce che culla tutte le altre compagini. “Mind & Randomness”. Un brano dalle visioni cinematiche scuote il fondale della belligeranza orchestrale. La profondità delle composizioni di Bradac si misura anche dalla capicità di mischiare le carte in tavola. “Hermes The Thrice-Greatest” provoca grandi stupori con i suoi cori epici che si intersecano alla perfezione con la distorsione delle chitarre. Una batteria continuamente concentrica costeggia ulteriormente il lavoro. “Beyond the Matter”: fagocità il suono mediante sonorità cupe e profonde, ulteriore decalcomania dell’ambiente grottesco è data da elementi industrial che si alterano a melodie vocali orientaleggianti e ritmate. “The Big bang is my light”: riprende con il continuo linguistico della penisola mediante diversi recitativi e declamazioni. Le chitarre si contorcono contemporaneamente ai cori battenti e il triumvirato orchestrale cosparge il resto di colori intesi. “Pale blue dot”: Ulteriore sprint voyeuristico che parte verso l’esplorazioni di versanti sonori tellurici e spettacolari. Si può notare addirittura l’intervento del sassofono, un dettaglio che mostra ancora una volta la cura maniacale che la band italiana mette degnamente in mostra. “Leviathan of Gold Part III Become”: i toni si abbassano per dare vita ad un clima statico ed avvolgente che conclude il disco donandogli una coda blasonata e introiettiva.
GIOELE AMMIRABILE
Tracklist:
1 Gold Leviathan Part I,II 6:50
2 Turin Black Light Act I,II,III 11:09
3 Alma Mater (Alchimia della natura) 6:07
4 Mind & Randomness 6:43
5 Hermes The Thrice-Greatest 7:27
6 Beyond The Matter 4:56
7 The Big Bang Is My Light 5:12
8 Pale Blue Dot 4:24
9 Leviathan of Gold Part III Become 4:47
10 BONUS VINYL The Big Bang Is My Light. Instru… 5:12
Credits:
Label: Dreamcell11
Pubblicazione: 13 November 2020
Distribuzione: Aural Music
Band:
Rossana Landi – vocals & double-bass
Bradac – piano, synths, orchestrations & percussion
Daniel Porfido – 8 strings electric guitar, classic guitar
Lautaro Acosta – violin
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