DGM – Intervista al chitarrista Simone Mularoni
Nuovo album per i DGM e “Tragic Separation” conferma il valore di una band che continua a percorrere la propria strada con passione e professionalità. Ne abbiamo parlato con il chitarrista della band, Simone Mularoni e ciò che segue è il resoconto dell’intervista.
Ciao e benvenuto su Tuttorock.com. Parlerei subito del nuovo album, come sono nati i brani?
Ciao! Direi che sono nati come sempre… nel corso di questi 4 anni, dopo l’uscita di “The Passage” abbiamo raccolto le idee che ci sembravano più interessanti e piano piano le abbiamo trasformate in quello che poi è diventato l’album, quindi direi che il processo è più o meno rimasto lo stesso che abbiamo avuto negli ultimi 3-4 dischi!
Perché il titolo “Tragic Separation”?
Prima di tutto perchè il brano “Tragic Separation” rappresenta un po’ la summa di tutto quello che ci piace fare nella musica… da parti super melodiche a riff piu heavy, passando per il prog più anni 70 che tanto amiamo! Inoltre il titolo si riferisce esattamente al “culmine” della storia raccontata nei testi, quindi ci sembrava il più adatto.
Il titolo ha a che fare con il significato dei testi? Di cosa trattano?
Il concetto dietro ai testi riguarda un percorso di vita di una persona. Inizia con la nascita, quindi l’incontro con quella cosa meravigliosa che è il mondo al di fuori della sicurezza del grembo materno. Crescendo il personaggio capisce che ha bisogno di qualcosa in più, un qualcosa di non precisamente definito. La ricerca di quel qualcosa lo porta a fare delle scelte. Scelte che in modo più o meno conscio lo portano alla separazione, al distacco da quelle che, fino a quel momento, erano le sue certezze, i suoi affetti, la sua casa ( in senso metaforico). Ne conseguono incertezze e dubbi su ciò che avrebbe potuto essere se fossero state fatte scelte differenti e, in una sorta di consuntivo finale, la consapevolezza maturata in questo “percorso” porta il personaggio a realizzare che, forse, il senso di ciò che cercava stava nel viaggio stesso più che nella destinazione finale.
Come nasce un vostro brano?
Nel 99% dei casi sono io che imposto la parte strumentale e porto a termine il brano (a volte con input iniziali degli altri ragazzi), componendo una linea guida per tutti gli strumenti e registrando le mie chitarre. Perdo sempre tantissimo tempo nell’arrangiare e rifinire le songs fino a quando non sono soddisfatto al 100%, e a quel punto ci si incontra tutti insieme per scrivere le parti vocali, che sono un po’ il fulcro del brano. È questo il momento più interessante perchè ognuno aggiunge la sua preferenza mentre Marco improvvisa e canta le parti sopra i miei brani strumentali.
Le differenze tra il nuovo album e i precedenti?
Difficile per me rispondere… per quanto mi riguarda sono sempre brani dei DGM. Il nostro obiettivo principale non è scrivere brani difficili, semplici, tecnici, ma è solamente quello di avere dei brani molto orecchiabili che, sebbene contorniati da riff più complicati, possano essere ascoltati un pò da chiunque e canticchiati ovunque! In questo senso quindi non penso ci siano grosse differenze tra questo album e i precedenti… molti però mi hanno detto che questo disco è più “compatto” ma come ti dicevo, è difficile per me dare un giudizio obiettivo!
Quanto e come sono cambiati i DGM dagli esordi fino ad oggi?
Ti posso dire come sono cambiati da quando io sono entrato nella band, nel 2006. Di sicuro siamo musicisti più maturi, più attenti e più precisi nell’arrangiare i brani e comporre i dischi. Però di fondo rimane sempre la passione di suonare insieme e di fare musica che ci piace, quello non è mai cambiato!
Se voi doveste tirare le somme sulla vostra oramai lunga carriera, come la definite?
Ci siamo tolti tantissime soddisfazioni, dai live in USA e in Giappone, che erano solamente un sogno qualche anno fa, ad avere un’etichetta importante che crede nella nostra musica. Certo, c’è sempre il rammarico di non aver raggiunto un audience più grande e di non essere riusciti a raggiungere dei numeri più da “big” ma nonostante tutto ritengo che quello fatto fin’ora sia il massimo che potevamo fare e quindi continueremo così fino a quando ne avremo le forze.
L’uscita di un album precede la promozione live, ma in questo periodo è molto difficile. Cosa ne pensate a riguardo e come state vivendo questa emergenza?
E’ sicuramente una situazione in cui mai avremmo pensato di trovarci… siamo totalmente fermi aspettando che la situazione torni alla “normalità”, anche perchè la cosa che più ci preme è di suonare i nuovi brani dal vivo. Ovviamente questo penalizzerà tanto la promozione dell’album ma non penso abbiamo altre opzioni e come noi tutte le band del pianeta, quindi non ci resta che aspettare.
I vostri progetti futuri?
Come dicevo poco fa, la speranza è quella di ripartire in tour. Se la situazione attuale si prolungherà per tanto tempo allora forse l’unica cosa da fare sarà richiudersi in studio e scrivere il successore di “Tragic Separation”!
Sei soddisfatto del risultato finale del vostro album
Assolutamente si. Non faremmo mai uscire un album che non ci soddisfa al 100% , è sempre stato così dall’inizio della carriera e continuerà ad esserlo!
Quale è il segreto di una lunga carriera come la vostra non suonando musica commerciale in un mondo musicale non propriamente accogliente per il vostro genere?
In assoluto la passione per questo genere di musica e ancora di più l’amicizia che ci lega come persone prima che come musicisti. Siamo insieme dal 2006-2007 con la stessa line-up e oggi come oggi non sono tante le band che continuano insieme per così tanto tempo, quindi penso che siano questi i “segreti” per continuare ad andare avanti.
Ok, grazie Simone, chiudi l’intervista come vuoi per i vostri fan e i nostri lettori.
Un saluto a tutti i lettori e a chiunque si sia preso qualche minuto anche solo per ascoltare qualche brano del nuovo disco. Noi ci mettiamo sempre l’anima ed è quindi molto importante sapere che anche qualcun altro oltre a noi apprezza quello che facciamo!
FABIO LOFFREDO
Band:
Marco Basile: Voce
Simone Mularoni: Chitarra
Andrea Arcangeli: Basso
Emanuele Casali: Tastiere
Fabio Costantino: Batteria
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Appassionato di musica sin da piccolo, ho cercato di esplorare vari generi musicali, ma è il metal, l'hard rock ed il rock progressivo, i generi musicali che più mi appassionano da molti anni. Chitarrista mancato, l'ho appesa al chiodo molto tempo fa. Ho mosso i primi passi nello scrivere di musica ad inizio anni 90, scrivendo per riviste come Flash (3 anni) e Metal Shock (ben 15 anni), qualche apparizione su MusikBox e poi il web, siti come Extramusic, Paperlate, Sdangher, Brutal Crush e Artists & Bands. I capelli mi si sono imbiancati, ma la passione per la musica è rimasta per me inalterata nel tempo, anzi molti mi dicono che non ho più speranze!!!!