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JOHN PETRUCCI – Terminal Velocity

JOHN PETRUCCI – Terminal Velocity

john petrucci 20 CD

Due grandi avvenimenti per “Terminal Velocity”, il primo è la distanza di ben 15 anni da “Suspended Animation”, era il 2005, il secondo è la distanza di ben 10 anni o giù di lì, (era il 2010), che John Petrucci non suonava con Mike Portnoy e ne aggiungerei anche un terzo, è da tantissimi anni che non si sentiva un album strumentale, chitarristico di questi livelli. La coppia Petrucci/Portnoy in “Terminal Velocity” crea vorticosi momenti strumentali, ci fa perdere in vortici così belli, maestosi ed appassionanti e sono coadiuvati da un altro grande, il bassista Dave LaRue che lo ricordiamo dai Dixie Dregs di ieri ai Flying Colors di oggi. “Terminal Velocity” è perfetto e nettamente superiore al precedente album e usare la parola capolavoro, nel suo genere, non è affatto un’esagerazione. “Terminal Velocity” oltre ad essere la title track è il brano che John Petrucci aveva già presentato sul web, splendido, ricco di idee e di spunti chitarristici incredibili, si sentono i Dream Theater strumentali, grazie anche al drumming del grandissimo Mike Portnoy e i fraseggi più melodici che portano il chitarrista a soffermarsi su note singole, riescono a dare infinite emozioni e “The Oddfather”, brano molto aggressivo e metal e alcuni riff sembrano riferirsi al periodo “Train Of Thought” dei Deam Theater, ma non manca la vena melodica in vari fraseggi di chitarra che fungono da ritornello.

“Happy Song”, era stata presentata due anni fa circa durante il toru dei G3 in compagnia di Joe Satriani e Uli Jon Roth e il titolo è perfetto per il sound, fresco, frizzante, spumeggiante e allegro e che fa venire voglia veramente di lasciarsi tutto alle spalle e di divertirsi, saltare e sorridere e “Gemini” che si lega e slega tra un sound progressive e tanta tecnica strumentale e finalmente riascoltiamo il Mike Portnoy che preferiamo, quello che riempie qualsiasi vuoto ed è perfettamente coadiuvato da un grande bassista come Dave LaRue e le parti più melodiche create dalla chitarra di Petrucci ritornano a colpire il cuore e come se non bastasse anche qualche riferimento al flamenco. “Out Of The Blue” è un brano spettacolare che incanta, un blues suonato con passione, feeling e cuore, un volto anche inedito del chitarrista statunitense, ma uno dei blues strumentali più belli che abbia mai sentito e “Glassy-Eyed Zombies” ci riporta ad un sound più metal e sempre come riferimento ai Dream Theater del 2004 e Petrucci non perdona, suon a con una tecnica chitarristica strabiliante.

Ci sono altri tre splendidi brani come “The Way Things Fall”, sette minuti e mezzo da ascoltare rapiti più che raccontare, splendidi riff, scale, arpeggi e ancora una volta Petrucci incastra alla perfezione tecnica, virtuosismo e grande feeling. Chiudono il cd “Snake In My Boot”, ispirato sicuramente a Joe Satriani, divertente on battiti di mano e tanta energia e i sette minuti di “Temple Of Circadia”, progressive metal sempre molto Dream Theater e chitarra a batteria, ovvero Petrucci e Portnoy ci riportano nel Teatro Dei Sogni di una volta. Splendida la parte centrale che si riappropria di un sound più melodico, sinfonico e atmosferico e dove la chitarra di Petrucci sa prenderci per mano e portarci in un mondo fatato fatto di sole note ed emozioni. Queste mie parole per descrivere questo secondo album da solista di John Petrucci sono solo parole e l’invito è di lasciarvi andare, di lasciarvi trasportare in un mondo fatto di note, spesso velocissime, altre lente, delicate ed emozionanti, un mondo fatato e spesso apparentemente anche surreale.

FABIO LOFFREDO

Tracklist:

  1. Terminal Velocity
  2. The Oddfather
  3. Happy Song
  4. Gemini
  5. Out Of The Blue
  6. Glassy-Eyed Zombies
  7. The Way Things Fall
  8. Snake In My Boot
  9. Temple Of Circadia

Label: Sound Mind Music
Genere: Progressive Metal/Shred
Anno: 2020

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VOTO
john petrucci 20