GIAN MARIA ACCUSANI “Da grande faccio il musicista” @ TPO – BOLOGNA R …
GIAN MARIA ACCUSANI “Da grande faccio il musicista” – TPO – Bologna
Non poteva esserci un evento migliore di questo per la riapertura del Tpo di Bologna dopo lo stop causato dall’emergenza Coronavirus. Davanti ad un pubblico rigorosamente seduto, in un locale rispettoso di tutte le regole volte a mantenere il distanziamento sociale, compare sul palco alle 21 e 45 Gian Maria Accusani, in t-shirt bianca con logo dei Prozac+ e l’immancabile berretto che nasconde metà volto. L’allestimento è minimale, una chitarra elettrica, una cassa con relativa testata, un microfono e una sedia. “Da grande faccio il musicista” è il titolo dell’evento e si intuisce subito che sarà una serata emozionante, piena di ricordi, una serata omaggio ad un’artista che non c’è più, Elisabetta Imelio, la bassista, l’amica, la metà esatta di Gian Maria. Il racconto inizia da un bambino cresciuto in una famiglia di musicisti, che suonava Bach e Mozart con gli altri bambini, e che, dopo aver scoperto un nuovo strumento, la batteria, a 14 anni viene illuminato da una città che gli cambierà la vita, Londra, dove lui si trasferirà all’età di 18 anni partendo da quella Pordenone che aveva visto nascere, sotto l’influenza della scena punk britannica e statunitense, un movimento alternativo chiamato “The Great Complotto”. Londra formerà Gian Maria sotto tutti i punti di vista, soprattutto l’incontro con uno dei produttori dei Pink Floyd, poi di Roger Waters, tale Nick Griffiths, darà al ragazzo friulano un grande insegnamento riguardo alla produzione musicale. Tra un aneddoto e un altro, Gian Maria inizia ad emozionarsi quando arriva a parlare dell’incontro con Elisabetta, presentatagli da un insegnante di basso nel momento della ricerca di componenti per formare i Prozac+, la band che, per dieci anni, farà diventare la passione per la musica una professione per il protagonista della serata che confida come il farmaco Prozac sia stato il più efficace per lui, nonostante non l’abbia mai assunto. Ed è proprio dai Prozac+ che parte anche il percorso musicale della serata, con il brano “Betty tossica”. Molto bravo Gian Maria nel trasmettere le emozioni dei primi tempi, quando distribuiva demo a produttori che poi dopo due giorni lo chiamavano per offrire alla band contratti discografici, facendolo giungere a scegliere un’etichetta storica, la Vox Pop. Tornando ad Elisabetta, l’artista di Pordenone confida che, il 20% delle canzoni che lui ha scritto è dedicato proprio a lei ed è molto suggestivo il momento in cui, casualmente, durante l’esecuzione di “Più niente”, compare su una trave del soffitto del Tpo un piccolo uccellino, arrivato chissà da dove, che si gode la performance e sparisce dopo pochi minuti. Il racconto, dopo essere passato dalla fondazione dei Sick Tamburo voluta da Elisabetta, diventa struggente quando arriva al momento della malattia della bassista, malattia che segnerà la vita e la scrittura di Gian Maria, che, con “Un giorno nuovo” e “La fine della chemio”, quest’ultima una canzone resa famosa da artisti come Jovanotti ed Elisa, invitati proprio per dare coraggio ai malati di cancro, fa scendere più di una lacrima sui visi dei presenti. Molto toccante anche la spiegazione della nascita di “Quel ragazzo speciale”, brano dedicato ad Andrea, un ragazzo autistico, il cui padre, con un immenso gesto d’amore, ha messo da parte il lavoro per seguirlo. Il tempo passa e, dopo quasi due ore, gli applausi scroscianti trasportano questo racconto/concerto verso la fine, lasciata a “Sono un’immondizia”, brano nato da un litigio tra Gian Maria ed Elisabetta, a testimonianza di come quel rapporto sia ancora vivo nonostante la scomparsa della bassista, che è riuscita a suonare con i Sick Tamburo per un’ultima volta a Pordenone poco prima della cancellazione dei live a causa del Coronavirus. Una cosa è certa, Gian Maria non vede l’ora di tornare a calcare i palchi con la band al completo ma va dato a lui grande merito per questo suo modo di trasmettere emozioni al pubblico in una maniera alternativa. Una persona dal grande cuore non può che dar vita ad una serata intense e così è stato.
MARCO PRITONI
Credits: Si ringrazia il Tpo di Bologna per l’ospitalità e la perfetta organizzazione dell’evento.
SETLIST:
Betty tossica (Prozac+)
Se non ci fosse più (Prozac+)
Ho bisogno di parlarti (Sick Tamburo)
Mi mandi fuori (Prozac+)
GM (Prozac+)
Più niente (Prozac+)
E so che sai che un giorno (Sick Tamburo)
La canzone del rumore (Hardcore Tamburo/Sick Tamburo)
La mia mano sola (Sick Tamburo)
Il fiore per te (Sick Tamburo)
Un giorno nuovo (Sick Tamburo)
La fine della chemio (Sick Tamburo)
Quel ragazzo speciale (Sick Tamburo)
Sei il mio demone (Sick Tamburo)
Encore:
Sono un’immondizia (Prozac+)
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.