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DODI BATTAGLIA – Intervista al chitarrista dei Pooh

DODI BATTAGLIA – Intervista al chitarrista dei Pooh

dodi battaglia 4 foto Domenico Fuggiano

In occasione dell’uscita di “Perle 2”, seguito di “Perle” uscito lo scorso anno, abbiamo parlato con Dodi Battaglia, chitarrista dei Pooh. Abbiamo parlato di oggi, del suoi passato, del futuro, ma anche di come ha vissuto l’esperienza covid, scrivendo musica e cercando di usare la sua musica e i social per un po’ di solidarietà e logicamente abbiamo parlato delle sue “Perle”. Di seguito l’intervista.

Ciao Dodi e benvenuto su Tuttorock. Come stai? Inizierei subito nel chiederti come hai vissuto questi mesi d’emergenza, ho visto che sei stato molto attivo nei social. Le tue esperienze.
Ciao Fabio e lettori di “Tuttorock”. I mesi di forzata permanenza a casa li ho trascorsi lavorando. Quando si fa un mestiere come il mio, dove lunghi periodi dell’anno sono trascorsi in tournée, molta parte di quel lavoro che richiede la permanenza in studio viene rinviato a momenti più tranquilli. Aprendo agenda ed archivi mi sono trovato a collaborare allo sviluppo di due progetti solidali legati ai singoli “Sincerity” e “Il nostro tempo”. Ho lavorato alla pubblicazione dell’album live “Perle 2”, un best della tournée teatrale che purtroppo l’emergenza sanitaria mi ha costretto ad interrompere. In qualità di vice presidente e delegato di Nuovo IMAIE ho lavorato con la commissione che ha indetto due bandi per l’assegnazione di fondi di sostegno rivolti agli artisti interpreti ed esecutori, ognuno di 7,5 milioni di Euro. Poi ci sono altri progetti a cui sto lavorando e che vedranno la luce nei mesi a venire.

Quanto ha perso la musica in questo periodo e quanto invece ha aiutato.
La musica ha il grande dono di essere un potente mezzo di aggregazione: ne è stata conferma il fenomeno dei balconi che ad ora fissa si riempivano di persone che cantavano insieme per sconfiggere la solitudine ed il senso di smarrimento. La musica in sé non ha perso nulla, anzi è stata il pretesto per organizzare occasioni di beneficenza grazie ai tanti brani solidali pubblicati. Ha unito le persone, aiutandole a sopportare un isolamento a cui mai avremmo immaginato di dover essere costretti, un giorno.

Ti manca suonare dal vivo?
Moltissimo. Se realizzare album in studio mi permette di esprimere la mia ispirazione ed il mio immaginario, è in ambito live che trovo la mia completa realizzazione. Solo stando sul palco posso comunicare con il pubblico, condividere le mie idee e capire, tramite le reazioni dei presenti, se quanto esprimo attraverso la musica viene apprezzato e compreso. Qualsiasi espressione artistica trova la sua piena realizzazione solo attraverso la condivisione con gli altri, con persone altrettanto sensibili disposte a lasciarsi coinvolgere.

Parliamo ora della tua musica, come ti è venuta l’idea di “Perle”?
Nel corso degli anni, al termine dei concerti, tra il pubblico c’era sempre chi mi faceva i complimenti chiedendomi però perché non avessimo inserito in scaletta anche una tal canzone od un certo brano strumentale. Una volta terminato il mio percorso artistico con il gruppo, è nato in me il desiderio di proporre una parte di repertorio meno noto al grande pubblico, quei brani che pur non conoscendo la ribalta delle hit avevano comunque un grande spessore sia compositivo che in fatto di testi. Così, basandomi sul mio gusto personale e organizzando un sondaggio presso i miei fan, ho stilato la rosa di brani che ho portato a teatro con le due edizioni della tournée.

“Perle 2” lo avevi già programmato quando hai pensato a “Perle” o ti sei accorto dopo che avevi tralasciato brani importanti?
La prima edizione di “Perle” era andata talmente bene in fatto di sold-out e di vendite dell’album live, che sia gli organizzatori del tour che la casa discografica mi hanno detto che sarebbe stato un peccato fermarmi al primo tour. Senza dimenticare l’entusiasmo del pubblico che domandava ripetutamente una seconda edizione dello spettacolo. Ho così dato loro ascolto e “rinfrescato” la scaletta con dieci nuovi brani, in quanto ho ritenuto giusto proporre uno spettacolo rinnovato nei contenuti.

Perché “Perle” e quanto sono importanti per te.
Ogni canzone del mio repertorio con i Pooh è una perla perché ciascuna di esse racchiude tutta una serie di ricordi legati al vissuto ed al lavoro fatto con i miei colleghi ed amici per sempre. Quando le interpreto sul palco immancabilmente mi tornano alla mente sensazioni e flashback nitidi legati ad esse. Ho scelto la definizione “perle” perché ogni brano racconta una storia a sé stante, preziosa ed unica.

Gli album sono dedicati a Valerio Negrini, che ricordi hai di lui?
Di Valerio ho i ricordi ed i sentimenti che si provano per un fratello maggiore. Fu lui ad avere la lungimiranza di capire che in un ragazzino di 17 anni c’erano le potenzialità di un chitarrista che avrebbe saputo farsi valere in ambito nazionale ed europeo. Fu lui ad insegnarmi come si sta sul palco, come ci si pone nei confronti di impresari e proprietari di locali… mi insegnò i rudimenti del mestiere. Poi ci fu il privilegio di essere a contatto con una mente brillante e geniale, capace di affrontare nel breve spazio di una canzone temi importantissimi come l’orgoglio ed il coraggio femminile, la solitudine, il desiderio della scoperta, la tenerezza dei bambini.

“Sincerity” è un brano inedito e strumentale. Come è nato?
In ambito musicale se si hanno capacità e buone idee capita di incrociarsi prima o poi. Così è accaduto con Marcello Balena, sassofonista da anni impegnato in ambito jazz. Quando Marcello mi ha proposto di collaborare come compositore ed esecutore al brano strumentale “Sincerity”, ho colto l’occasione al volo per dare peso al fatto che nel 2017 ho conseguito il Diploma Accademico Honoris Causa di secondo livello in “Chitarra elettrica jazz” presso il Conservatorio di Matera. Tale esperienza è inoltre divenuta l’occasione per fare del bene: i proventi saranno devoluti a SIIET, Società Italiana Infermieri di Emergenza Territoriale, aiutandola nell’acquisto di dispositivi di protezione individuale, materiale, attrezzature e programmi di formazione indispensabili agli infermieri per lo svolgimento del servizio 118/112 in questo periodo di emergenza.

Hai mai pensato a scrivere un tuo album completamente strumentale e più chitarristico?
È una esperienza che ho fatto nel 2003 con l’album “D’assolo”, suonato utilizzando la tecnica fingerstyle imbracciando esclusivamente la chitarra acustica Maton ECJ85 “Dodi Battaglia”, un modello che l’azienda australiana ha realizzato su mie specifiche. Ammetto che è trascorso un po’ di tempo da allora e l’ispirazione certo non manca. Devo solo trovare il giusto stimolo per dare il via ad un progetto simile.

Perché i Pooh non hanno insistito a scrivere più brani come “La Gabbia”, “Risveglio”, “Fantastic Fly”?
I Pooh non sono mai stati uguali a loro stessi. Abbiamo vissuto i nostri anni in una situazione di costante evoluzione, sempre alla ricerca di nuovi suoni e di nuove soluzioni compositive, attenti a ciò che accadeva in ambito musicale internazionale, ma con la volontà di non snaturarci. Molto semplicemente, ad un certo punto non abbiamo più avvertito lo stimolo di continuare a comporre brani strumentali. Siamo tornati a farlo nel 2010 con “Dove comincia il sole”, ma lì c’era la forte motivazione di dimostrare a noi stessi ed al nostro pubblico che l’essere rimasti in tre, dopo l’addio di Stefano D’Orazio, non era una limitazione, ma anzi uno sprone ad andare avanti.

Hai altre perle nel cassetto? Ci sarà un “Perle 3”?Malgrado il lockdown abbia interrotto la seconda edizione della tournée lasciando in sospeso tre date che avevano già registrato il sold-out o stavano per farlo, pubblico ed organizzatori sempre più insistentemente mi chiedono di organizzare una terza edizione. L’idea mi solletica, perchè portare sul palco quei brani è per me ogni volta una immersione nelle emozioni più intense e vere. Ma per decidere occorre attendere che la situazione di emergenza sanitaria termini e le direttive per le esibizioni pubbliche siano più chiare e attuabili.

Cosa vuol dire essere stato nei Pooh per più di 50 anni?
Significa aver condiviso gran parte della mia vita con un gruppo di compagni davvero importanti, anzi fondamentali per ciò che ora sono sia come artista che come uomo.

Come è nata la tua collaborazione con Tommy Emmanuel? Cosa pensi di lui come chitarrista?
Tommy lo conosco da molto tempo: negli anni ’90 ci presentò un comune amico in occasione di una rassegna dedicata alla chitarra elettrica ed acustica. È considerato a ragione il miglior chitarrista al mondo ed è un grande esponente della tecnica fingerstyle: è un modo tutto personale di suonare la chitarra che da subito mi ha affascinato grazie all’esempio di Tommy, portandomi poi alla pubblicazione dell’album “D’assolo”. Nacque subito una intesa che nel tour “Cento di queste vite”, nel 2001, lo portò a condividere il palco con noi Pooh nell’esecuzione di alcuni brani. Fu una naturale conseguenza, nel 2015, creare questo ideale ponte tra Bologna e Nashville, le nostre città ed incidere insieme l’album “Dov’è andata la musica”.

Progetti futuri?
Fare e suonare musica! In questi mesi di permanenza in casa ho trascorso molto del mio tempo in studio, mettendo mano ad appunti musicali e non. Ovviamente, appena sarà possibile a livello organizzativo tornerò nelle piazze e nei teatri ad esibirmi live.

Grazie del tuo tempo Dodi, lascio chiudere a te l’intervista, per i tuoi tanti fan, per un giovane chitarrista, per chi ha passato questa emergenza ascoltando la tua musica, o qualsiasi altra cosa hai in mente o hai voglia di dire.
Ciò che sento di fare è una raccomandazione: non smettete mai di studiare. Che la vostra passione sia la musica, la cucina, la pittura, o qualsiasi altra cosa vi faccia sentire in armonia di voi stessi, non rinunciate mai a perfezionarvi, ad imparare, a migliorare. Superato un traguardo, stabilite la meta successiva ed impegnatevi per raggiungerla. Un giorno vi volterete indietro e vi accorgerete che con la vostra passione, o la vostra professione se avrete la fortuna di farla divenire tale, avrete realizzato qualcosa di importante per voi stessi e per chi vi è accanto.

FABIO LOFFREDO