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HAKEN – Virus

HAKEN – Virus

haken 20 CD

Ogni volta che parlo degli Haken dico che è una delle migliori band di rock progressivo degli ultimi 15 anni e con il nuovo “Virus”, lo ridico, lo sottolineo, lo evidenzio e lo confermo. Nascono nel 2007 e con i primi tre album “Aquarius” (2010), “Visions” (2011) e “The Mountain” (2013), cercano di riportare ai giorni nostri quel rock progressivo che vedeva negli Yes e nei Gentle Giant la fonte principale da cui attingere, ma sempre con grande originalità, passione e professionalità. Con “Affinity” del 2016 cambiano il loro sound rendendolo più semplice e anni 80 e possiamo benissimo continuare a parlare di rock progressivo e di Yes, ma quelli di “90125”, di “Big Generator” e di “Talk”. La svolta metal arriva con “Vector” del 2018 e ancora una volta la band fa capire le proprie potenzialità e la loro visione a 360° della parola progressive e sonorità ancora più metal ci sono in “Virus” che esce proprio mentre in molte parti del mondo c’è ancora emergenza covid. “Vector” era un concept album che parlava di un uomo vittima di un medico psicopatico che si prendeva gioco del suo stato mentale e “Virus” parla della follia del mondo di oggi, di tecnologia, di politica, di ambiente e della mano dell’uomo che può far contagiare il mondo intero per ricerche scientifiche pericolose e senza scrupoli e il primo brano,   “Prosthetic”, è quello che lega i due album, che scatena il virus ed esplode con un sound incredibile, progressive metal all’ennesima potenza, ritmiche serratissime, chitarre aggressive e la voce che lascia spazio alla melodia, una band sempre più creativa.

In “Invasion” la voce di Jennings è sempre molto particolare, le ritmiche sembrano elettroniche anche se non lo sono e questo grazie ad una sezione ritmica dalle mille sfumature, bello e avvolgente il ritornello e le ritmiche nel corso del brano diventano dispare e sembrano inseguire altre correnti musicali e ancora “Carousel”, che inizia lento e irrompe poi la sezione ritmica e i riff di chitarra contorti ed anche un po’ alternative, dieci minuti e mezzo di pura genialità, una band che abbatte ogni barriera e disorienta (nel senso positivo del termine) per le mille idee del brano, per il guitar solo spettacolare spezzato dall’irruenza di basso e batteria e chitarre quasi thrash metal e andando avanti c’è “The Strain”, altra splendida song, stavolta più progressive rock, splendide le melodie create dalla particolare timbrica vocale e splendido è il ritornello e non mancano intricate partiture strumentali con drumming tecnico, virtuoso ed impazzito e ancora “Canary Yellow”, attaccato al brano precedente e ancora più progressive. C’è anche “Messiah Complex”, suite di circa quasi diciassette minuti e divisa in cinque movimenti e dove ogni movimento ha un suo titolo, qui il sound si avvicina molto ai Dream Theater, quelli più tecnici e alcuni passaggi strumentali sono presi propri da brani come “Metropolis”, divagazioni tecniche e strumentali fino ad arrivare al movimento più folle, il quarto dove tornano i vocalizzi alla Gentle Giant e schegge di pazzia musicale con sonorità elettroniche da vecchi giochi per PC e a quello più progressive e conclusivo, il quinto. Chiude definitivamente il cd “Only Stars”, che conferma la genialità della band inglese. Il “Virus” che ci trasmettono gli Haken non è né pericoloso né letale, l’album è stato scritto e ideato ben due anni fa nel 2018 e sembra che la band inglese abbia letto ne futuro, il resto è storia recente.

FABIO LOFFREDO

Tracklist:

Tracklist:

  1. Prosthetic
  2. Invasion
  3. Carousel
  4. The Strain
  5. Canary Yellow
  6. Messiah Complex I: Ivory Tower
  7. Messiah Complex II: A Glutton For Punishment
  8. Messiah Complex III: Marigold
  9. Messiah Complex IV: The Sect
  10. Messiah Complex V: Ectobius Rex
  11. Only Stars

Label: Inside Out Music/Sony Music
Genere: Progressive Rock/Progressive Metal
Anno: 2020

0
/10
VOTO
haken band 20

Band:
Ross Jennings: Voce
Charlie Griffiths: Chitarra
Rich Henshall: Chitarra e tastiere
Diego Tejeida: Tastiere
Conner Green: Basso
Raymond Hearne: Batteria

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