Gianni Maroccolo – Alone, Vol.4
La scorsa settimana mi ritrovavo a riguardare la prima stagione di Fargo, serie antologica ideata da Noah Hawley, ed ispirata dall’omonimo film cult dei fratelli Coen. E come sempre la mia attenzione andava ad essere catturata dall’ormai iconico poster presente nello scantinato di uno dei protagonisti. Poster che raffigura dei pesciolini di colore giallo che nuotano tutti nello stesso verso, mentre uno solo di loro, di colore rosso, si dirige nella direzione opposta. E su tutto ciò campeggia la scritta: “What if you’re right, and they’re wrong?”. Frase veramente molto potente, sia in prospettiva all’interno della serie (no spoiler), che in generale. Ecco quindi l’immagine di quel poster non ho potuto non legarla allo splendido ascolto che stavo avidamente assaporando in quegli stessi giorni, un disco con a tema la folla. Intesa non semplicemente in senso lato, ma anche come uno sfuggire alla norma, all’omologazione, una ribellione rispetto all’Ordine Costituito, una diversità che spaventa il sistema.
Mi riferisco ad Alone, Vol.4 di Gianni Maroccolo, ossia il quarto e conclusivo capitolo del disco perpetuo ad opera dell’artista toscano. Quello di Alone è un progetto iniziato sul finire del 2018, e che senza ombra di dubbio si può annoverare tra le cose più interessanti e pregne di creatività del recente panorama italiano. Un lavoro nato in solitaria, come appunto fa evincere il nome, con ogni volta un tema differente. A fare da costante all’interno di questo viaggio sono i racconti di Mirco Salvadori e i disegni in copertina di Marco Cazzato. Copertina che in questo caso vede raffigurare un tarlo, spesso protagonista di una delle metafore più famose legate alla mente e all’animo umani. E sì perché il tarlo che si insinua nella testa, rappresenta un’idea, un pensiero, un dubbio che alla lunga può scavare dentro di noi, e portarci magari a dei cambiamenti. Nel bene e nel male.
Il disco percorre tutti quei temi citati sopra, attraverso mille sentieri caratterizzati da un affascinante e ricchissimo meticciato sonoro. Capace di mostrare nuove sfumature e regalare differenti emozioni ascolto dopo ascolto. Componente fondamentale dell’opera sono le “incursioni estemporanee” di alcuni ospiti-compagni di viaggio di Maroccolo, che anche in questo capitolo vanno ad impreziosire la visione artistica complessiva.
Questa volta troviamo Giorgio Canali, presente in ben 3 brani, tra i quali l’iniziale T.S.O X, un cavalcata quasi furiosa tra elettronica e rock’n’roll con venature progressive, e la drammatica Lettera di Ida Dalser, dove a parlare è appunto la donna che aveva dato un figlio a Benito Mussolini, successivamente internata in un manicomio poiché ritenuta scomoda e non allineata al regime. A proposito di performance intense non si può non citare la versione da pelle d’oca di Sognando, brano degli anni’70 di Don Backy. Uno straziante flusso di coscienza di un uomo pazzo per amore, qui cantato divinamente dallo stesso Don Backy ed Edda, l’ex frontman dei Ritmo Tribale con il quale tra l’altro “Marok” ha realizzato un intero album durante la quarantena, dal titolo Noio; volevam suonar., (ne trovate la recensione sempre qui su TuttoRock ndr.). E poi ci sono gli arpeggi ipnotici di Umberto Maria Giardini, la voce luminosa di L’Aura, le elucubrazioni elettroniche di Flavio Ferri, e tanto altro ancora.
Ecco ora io potrei stare qui a cercare di raccontarvi più nel dettaglio le tracce di questo disco, ma capita a volte, specie con i dischi “veramente belli”, che chi si trova a scrivere è perfettamente conscio che nessun utilizzo della parola potrà essere in grado di imbrigliare, di cristallizzare, di riportare in maniera fedele al 100% tutto ciò che si è provato durante l’ascolto. E quindi forse il più grande consiglio che posso darvi è quello di concedere un’opportunità a questo disco, dedicargli il tempo che merita e farvi trasportare da lui, dalla sua marea sonora. E vi ritroverete senza dubbio ammaliati da un progetto decisamente singolare, come quel pesciolino rosso nel poster, che si muove “in direzione ostinata e contraria” fregandosene di tutto. Anche perchè d’altronde quando si pensa a Gianni Maroccolo si pensa ad un’artista che nella sua carriera ha sempre seguito la sua ispirazione, la sua passione, senza farsi mai limitare o condizionare da altro. E tutto ciò si è costantemente riscontrato nei suoi lavori. E per questo lo ringraziamo.
di Francesco Vaccaro
Tracklist:
T.S.O. X
Sognando
Echi
E mentre tu giri giri giri io ti guardo
Lettera di Ida Dalser
Hotel Dieu
Ogni Luce
Gamma
Sociopatia
Ogni Luce Theme
Credits:
Contempo Records
VOTO
Studente di Ingegneria delle Telecomunicazioni presso l'università La Sapienza di Roma, da sempre animato dalla passione per la musica. Nel 2012 entra nel mondo dell'informazione musicale dove lavora alla nascita e all'affermazione del portale Warning Rock. Dal 2016 entra a far parte di TuttoRock del quale ne è attualmente il Direttore Editoriale, con all'attivo innumerevoli articoli tra recensioni, live-report, interviste e varie rubriche. Nel 2018, insieme al socio e amico Cristian Orlandi, crea Undone Project, rassegna di musica sperimentale che rappresenta in pieno la sua concezione artistica. Una musica libera, senza barriere né etichette, infiammata dall'amore di chi la crea e dalle emozioni di chi la ascolta.