ONYDIA – Intervista alla cantante Eleonora Buono e al chitarrista Daniele Amador
Autori di un ottimo album come “Reflections”, uscito lo scorso anno, gli Onydia sono una nuova realtà italiana, metal progressive unito a ottime performance vocali e a testi molto significativi. Ne abbiamo parlato con la cantante Eleonora Buono e con il chitarrista Daniele Amador, ciò che segue è il resoconto di un’intervista molto interessante.
Ciao e benvenuti tra le pagine di Tuttorock.com. Presentatevi ai nostri lettori, chi sono gli Onydia, come nascono e perché?
Eleonora Buono: Ciao a tutti e grazie per averci dato la possibilità di rilasciare questa intervista. Bene. Questa è una bella e classica domanda a cui rispondere per noi risulta complicato, ma posso dirti che questo progetto è sicuramente l’arcobaleno alla fine della pioggia. Gli Onydia sono stati creati da me, Daniele Amador e Luca Zamberti, a seguito di alcune vicende particolari avute con il progetto precedente, di stampo death metal. La voglia di rinascere e fare musica che potesse essere il più possibile riflessiva e stimolante ci ha portati a creare questo progetto abbastanza singolare per i suoi significati nascosti, colpa della mia mente malata e contorta.
Avendo nella band una voce femminile, il vostro sound si allontana un pò dai soliti cliché del gothic metal, ci sono influenze che derivano di più dal progressive metal, come definite voi il vostro sound?
Daniele Amador: Sicuramente, tra le nostre influenze, il progressive metal è una componente abbastanza dominante, ma nei nostri brani ci sono tanti altri elementi che derivano dai generi più disparati, personalmente non credo che si debba per forza etichettare un prodotto e neanche cercare per forza di creare un album che abbia un unico sound, in quanto ogni singolo brano può avere una sua identità, per noi è semplicemente musica.
Parliamo di “Reflections”, come sono nati i vari brani?
Daniele Amador: Alcuni brani sono nati da un riff di chitarra, altri da una melodia abbozzata di pianoforte, e altri da una semplice progressione armonica o da un groove di batteria. Non c’è uno schema preciso, si parte da un’idea e ci si gira intorno finché non si crea una struttura sulla quale poter improntare il resto del lavoro. Successivamente cerchiamo di curare gli arrangiamenti, in modo che la voce abbia una base solida su cui registrare. Alcuni brani sono anche stati revisionati e modificati più volte, finché non è stato raggiunto un risultato che per noi fosse soddisfacente.
Eleonora Buono: Oltre all’aspetto musicale, vorrei un attimo focalizzare l’attenzione sul perché, e di conseguenza come, sono nati i nostri brani dal punto di vista emotivo; una cosa di cui parlavamo spesso con Dany quando gli proponevo le mie linee vocali, che poi avrebbero influito sugli arrangiamenti e mood dei pezzi, era il colore abbinato alla sensazione che trasmettevano certe sonorità. Nei miei testi, scritti prima delle musiche, ho voluto evidenziare le connessioni sinestetiche che si creano solitamente quando ho forti emozioni, soprattutto mentre ascolto e faccio musica, si crea una magia meravigliosa che nemmeno la migliore droga può equiparare. Quindi credo che inconsciamente la parte musicale sia stata guidata verso una certa direzione perché seguiva la scia delle sensazioni dei testi e i contrasti che essi emanavano.
Partite dal testo e costruite la musica o viceversa?
Daniele Amador: Per quanto riguarda la stesura di “Reflections”, i testi e le musiche sono stati creati separatamente. Di norma, moltissimi artisti creano la musica in base al testo, ma trovo sia altrettanto interessante quando un testo viene scritto in base alle emozioni che le note di un brano possano suscitare o meno, in questo caso l’interpretazione personale gioca un ruolo molto importante.
Di cosa trattano i vostri testi?
Eleonora Buono: Come ho già accennato prima, i testi, in questo caso, sono stati realizzati prima, o meglio, si tratta di una lunga prosa scritta da me a seguito di alcune esperienze avvenute nell’arco di poco tempo (e non solo), abbastanza traumatiche. Ho utilizzato l’arte, come spesso faccio, per sublimare il mio malessere e riciclarlo in qualcosa di positivo. Aver condiviso qualcosa di così intimo e importante nella musica creata con Dany e Luca per me è stata fonte di cura e crescita relazionale, soprattutto condividere con Dany certi argomenti, magari in forme differenti, ci ha permesso di legarci ancora di più non solo come musicisti/colleghi ma anche come amici. Questo lavoro non posso considerarlo un prodotto discografico mirato alle vendite ma una creazione volta sempre alla crescita personale di tutti in quanto io condivido me stessa facendo musica. Credo di non essere stata mai così nuda davanti a qualcuno se non con questi testi. Si tratta principalmente di un concept album che ognuno può interpretare in base alla propria esperienza, è una riflessione sulla crescita interiore e maturità che porta alla consapevolezza di ciò che sei e che hai, l’accettazione dell’esistenza dell’Uno composto da Tanti e delle tante cose che compongono questa unità che è il nostro essere; parlo della forza che raccogliamo per tirarci su nei momenti di sconforto, resilienza, violenza psicologica e incapacità di ascolto, tutto con un minimo comune multiplo, ovvero, la voglia di farcela e andare avanti. Vorrei poter trasmettere ai miei ascoltatori un abbraccio avvolgente che li possa accompagnare nel loro cammino, insieme alla forza perturbante che li carica positivamente. È un album quindi volto alla riflessione profonda e positivo.
C’è un brano che più rappresenta gli Onydia e che fa capire il vostro percorso futuro?
Daniele Amador: È difficile da dire, per noi ogni brano ha un suo valore. Per quanto riguarda il nostro percorso futuro sicuramente seguiremo la scia di “Reflections”, non mancherà il contrasto tra le parti aggressive e quelle dolci, ma non ce la sentiamo di fare pronostici su come sarà il prodotto finito, in quanto potrebbe essere una sorpresa anche per noi stessi.
Le vostre influenze musicali?
Eleonora Buono: Un’altra domandona! Ahahah! I componenti degli Onydia son musicisti veramente tanto poliedrici con un background che va dalla musica classica alla trap, non vogliamo limitarci in nessun modo perché la cosa importante è sperimentare per poi essere consapevoli e creare cose nuove. In fondo è la magia del prog.
State scrivendo materiale per un nuovo album?
Daniele Amador: Si, nonostante gli impegni di noi tutti, abbiamo intenzione di scrivere nuova musica e ci stiamo organizzando di conseguenza.
Stiamo vivendo un periodo inimmaginabile, assurdo e quasi fantascientifico, ma è pura realtà. Cosa ne pensate a riguardo?
Eleonora Buono: Per noi musicisti non è facile, non lo è mai, ma adesso ancor di più. Sicuramente il periodo di lockdown, per quanto mi riguarda, ha dato modo di riflettere su quanto ci lasciamo travolgere dagli impegni e la vita frenetica. Questo periodo è stato ancora una volta fonte di ispirazione e lavoro interiore che ci sta portando a un’incubazione creativa non indifferente e che sfornerà molte cose interessanti. Tutto quello che ho detto credo si possa applicare anche ad altre realtà; ho sempre pensato che lamentarsi non porti a nulla ma che riciclare il malessere in bene porti alla sanificazione della propria anima… Non dico che sia facile, ma lamentarsi e non vivere il qui ed ora, anche nella sua sofferenza, equivale a viaggiare controvento, non produttivo e più faticoso. Facciamo parte di un flusso e remare contro porta sofferenza non costruttiva. Io sono sicura del fatto che il mondo ne uscirà provato da questa storia, ma come ciclicamente accade dopo una guerra e una forte crisi, vi sarà un picco e un forte cambiamento dentro e fuori che ci porterà ad evolvere, crescere. Forse più che mai i nostri testi sono applicabili a questo periodo storico.
Cosa può fare la musica secondo voi?
Daniele Amador: “Salvarti sull’orlo del precipizio” cit. Può trasmettere o meno delle emozioni, ogni singolo ascoltatore può provare sensazioni diverse o non provarne affatto, è tutto molto soggettivo. Per alcuni la musica può essere un rifugio, una buona medicina, o anche ispirazione.
Eleonora Buono: Credo sia la manifestazione più sincera del mio essere in tutte le sue sfaccettature, ecco perché non riesco a limitarmi a un genere solo.
Quando riprenderanno le attività live, siete pronti a riconfrontarvi con il pubblico?
Daniele Amador: Forse nella fase 32, quando finalmente riapriranno i locali di musica dal vivo e le frontiere. Siamo già pronti con una nuova line-up, e non vediamo l’ora portare la nostra musica dal vivo e poter nuovamente avere la possibilità di esprimerci su un palco.
Altri progetti futuri?
Eleonora Buono: Sicuramente l’attività live è in cima alla lista, così come quella della scrittura.
Cosa fate quando non siete impegnati musicalmente?
Eleonora Buono: Uhm…la musica prende gran parte delle nostre vite, infatti abbiamo tutti anche altri progetti di altro genere. Personalmente dedico la mia vita all’arte da sempre, mi occupo di disegno a china, scrivo; pratico sport a corpo libero, yoga, mi piace andare per boschi, pensare… Sto portando avanti degli studi psicologici e pedagogici volti alla specializzazione in arte-musicoterapia. Tutte cose molto private da poter inserire nella descrizione di eventuali siti per incontri, qualora dovessi sentire l’imminente necessità di cercare un principe azzurro durante questa FASE indecifrabile. Ahahahha!
Chiudete l’intervista come volete, un messaggio ai lettori per avvicinarli al vostro mondo musicale e qualsiasi altra cosa vi passi per la mente.
Eleonora Buono: Mangiate tante fragole perché contengono molta vitamina C ma mai quanto il prezzemolo. Ricordate sempre che “alla fine della pioggia c’è l’arcobaleno”. Ciao a tutti e grazie di averci dedicato il vostro tempo!
FABIO LOFFREDO
Band:
Eleonora Buono: Voce e cori
Daniele Amador: Chitarra
Luca Zamberti: Batteria
onydiaofficial.bigcartel.com
https://www.facebook.com/onydiaband/
Appassionato di musica sin da piccolo, ho cercato di esplorare vari generi musicali, ma è il metal, l'hard rock ed il rock progressivo, i generi musicali che più mi appassionano da molti anni. Chitarrista mancato, l'ho appesa al chiodo molto tempo fa. Ho mosso i primi passi nello scrivere di musica ad inizio anni 90, scrivendo per riviste come Flash (3 anni) e Metal Shock (ben 15 anni), qualche apparizione su MusikBox e poi il web, siti come Extramusic, Paperlate, Sdangher, Brutal Crush e Artists & Bands. I capelli mi si sono imbiancati, ma la passione per la musica è rimasta per me inalterata nel tempo, anzi molti mi dicono che non ho più speranze!!!!