THE YELLOW – The streets of Tokyo
Le tentazioni di “Streets of Tokyo” sono cristalline, così come il sound antidogmatico degli stetssi de i “The Yellow”. La pop band italiana, con questo disco, tiene ben salda la propria presa di posizione già affermata nei lavori precedenti, senza discostarsene troppo ma aggiungendo qualche novità e dettaglio più che apprezzabile. Non ci sono zigrinature, aromi troppo intensi o ricalchi intenzionalmente scettici. La volontà di essere un “prodotto” riesce a convivere senza troppi problemi con gli orizzonti estetici della band di Gianluca Damiani e Francesco Andrea Loiacono. La discreta manifattura ci permette di ascoltare un lavoro discreto, non eccessivamente originale ma godibile nel suo complesso.
Il canto acquisisce senza dubbio una sfera di rilevo, a discapito però di dinamiche e strumentisti. In sostanza però è proprio sulla vocalità che si fa perno e le doti canore di Gianluca vengono esplorate in più e più colorazioni. Questi colori sono prevalentemente accesi e per quasi tutti e dodici i brani si fa ricorso a istanze spinte e grintose. Complessivamente quindi la produzione premia la voce ed il conseguente tessuto canoro; una scelta canonica e ponderata, forse anche troppo, perché la testo-centricità del risultato, alla lunga appare tediante a discapito delle ultime tracce che sono soggiogate dalla monotonia ormai avviluppatasi nel corso del disco.
Partiamo con “2gheter” che imprime già la sagoma di “Streets of Tokyo” negli altoparlanti. Sono interessanti i giochi in sidechain del team sintetizzatori, i quali danno un taglio fresco e diretto a questa prima traccia. La fievole chitarra acustica di “Across the sky” ci prepara ad un ritornello dalle ritmiche quasi folk che tuttavia non permette al brano di non sbiadirsi man mano che ci si avvicina alla fine. La granulosità di “Blind” si accorpa bene con la selezione musicale atta dal gruppo e le sue parti più imponenti sono picche che issano sullo sfondo. “Hope” e “Be strong” invece sono una coppia di ballade dalle tante sfaccettature che imprecano sfilettando il tempo con cui intraprende una lotta. Un bpm non troppo ridotto permette la buona riuscita di entrambi i brani. “Until the day” è il punto debole di “Streets of Tokyo”, così come l’omonima title-track, la loro timbrica blanda e le loro parti ritmiche costantemente in ritenuta stuccano ancor prima di emergere dai gusci semichiusi. “Breakdown” sorpassa le proprie consorelle già dalla partenza, veicolando una dinamica fluida e ben calibrata. La semplicità di “Everything changes” premia la visione ottimistica dei gialli, che ottengono un gioco di purezze oscillatorie e verticali. Totalmente speculare è invece il discorso per “Nomad” e “Tide” che sguazzano in terreno troppo bagnato e scivoloso. “Shibuya” gioca bene con le proprie compressioni e decompressioni, i filtri fanno il loro
GIOELE AMMIRABILE
Tracklist:
- 2gether
- Across the sky
- Blind
- Hope
- Be strong
- Until the day
- Streets of Tokyo
- Breakdown
- Everything changes
- Nomad
- Tide
- Shibuya (Outro)
Credits:
Etichetta: La Lumaca Dischi
Pubblicazione: 2019
VOTO
Band:
Gianluca “Foster” Damiani – Vocals, acoustic guitars, piano & programming
Francesco Andrea Loiacono – Electric guitars & programming
Lele Diana – Drums, percussions
Sito: http://www.theyellowmusic.net
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