ROCK STORIES – Nirvana e KurDt “1991 Italian Tour”

Nirvana Ono Arte Bologna. 1

Ci stai prendendo per il culo, vero, Kurt?”, questo fu il commento di Krist Novoselic quando Kurt Cobain gli fece sentire per la prima volta il giro di Smells like teen spirit. Era un riff mutuato da quello dei Boston in More than a feeling, ma alla solarità di Tom Scholz, il frontman dei Nirvana aggiunse la sua disperazione. Era l’urlo angosciante uscito dal ventre ulcerato di Cobain che avrebbe reso una canzone, poi spesso da lui abiurata per il troppo successo commerciale, l’inno di un’intera generazione. Nato nel nulla di Aberdeen, stato di Washington, tra boschi e poco altro, Kurt Cobain fu trovato deceduto l’8 aprile 1994 nella serra di casa sua. Si era sparato 3 gg prima con un fucile calibro 20, entrava di diritto nel macabro club dei 27 anni.

Il secondo tour del 1991 in che fecero i Nirvana in Italia è pieno di storie, iniziando dalla serata al Bloom di Mezzago, con la band prima persa nella nebbia del paese lombardo, poi intenti a sparecchiare i tavoli una volta finito il concerto. Ma nulla in confronto a quello che accadde alle porte di Bologna, nella venue del Kryptonight di Baricella. Il 20 novembre era una serata molto fredda nella bassa bolognese, Cobain esce dal locale vestito no-logo come al solito, jeans stinti e maglietta sdrucita addosso, vede un ragazzo con il chiodo di pelle e si offre di comprarglielo. Per cedere il suo giubbotto il ragazzo, a parte il dovuto corrispettivo in vecchie lire, chiede l’autografo, ottiene 2 t-shirt al merchandising, e non plus ultra, l’aggiunta al live-set di Something in the way, non presente nella set-list, anche questo è rock. Di quella indimenticabile serata rimane la locandina originale del concerto tenuto al Kryptonight di Baricella autografata dal grande KurDt, il quale amava spesso firmarsi così unendovi l’iniziale del suo secondo nome, Donald. Non per niente il suo motto era “It’s better to burn out than to fade away”.

MAURIZIO DONINI

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