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NOSEXFOR – Intervista alla rock band vicentina

NOSEXFOR – Intervista alla rock band vicentina

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In occasione del nuovo video “Benvenuto Nella Giungla”, rifacimento, come sottolineano i due ragazzi della band, di “Welcome To The Jungle” dei Guns N’Roses, abbiamo parlato con Severo e Davide dei Nosexfor.

Ciao, presentatevi ai nostri lettori, come e ‘perché’ nascono i Nosexfor?
Severo Cardone: Per igiene mentale. E per la voglia di fare qualcosa di diverso in un genere come il rock che in Italia sembra essere sempre un pò fermo nelle sue posizioni.

 Mi incuriosisce molto il vostro nome, perché Nosexfor?
Davide Tonin: E’ la conseguenza di una sbronza: la bottiglia portava l’etichetta No Sex For Butterfly. Nei fumi
alcolici abbiamo pensato fosse un nome figo per la band. Ma era lungo e Butterfly impegnava troppo tempo e spazio.

No sex for?
Davide Tonin: Nosexfor, tutto attaccato. Una parola unica, ancora più diretta, come la nostra musica.

 Musicalmente quali sono le vostre influenze musicali?
Severo Cardone: Musicalmente per fortuna siamo due onnivori. Però possiamo dire che Davide ha deciso di suonare la batteria ascoltando le rullate di Clive Burr. Io a 8 anni mi costruivo un sax con la Lego e facevo finta di suonarlo mentre ascoltavo a tutto volume la cassetta di mia madre “Abbi Dubbi” di Edoardo Bennato.Era chiaro già da allora che c’era qualcosa. Poi come tutti ho avuto man mano le mie folgorazioni, le mie “cotte” musicali: Michael Jackson, Rage Against The Machine. Ma c’è stato un periodo in cui credo di aver voluto con tutto me stesso entrare nella tv e ed essere in tutto e per tutto come Slash quando esce da quella dannata piccola chiesetta in mezzo al deserto.

Come nasce e perché un brano dei Nosexfor?
Severo Cardone: E’ una necessità. Suonare ci fa star bene e scrivere ci aiuta a ordinare i pensieri. Abbiamo bisogno di suoni grossi perché esserne i generatori ci fa sentire potenti, come Dei. E dobbiamo cantare di cose che ci emozionano, ci toccano, ci riguardano. Altrimenti preferiremmo il silenzio.

Basso,  voce e batteria…eppure nel vostro sound sembra di sentire molto la chitarra. Come arrivate ad avere quel particolare sound?
Severo Cardone: Il basso è truccato come lo scooter di un 14enne. Lo colleghiamo a 3 amplificatori passando per 2 POG che prendono la nota del basso, la alzano e la rendono polifonica. Più altre 2-3 cosette. Tutte queste cose ci aiutano ad avere un’ampiezza e una completezza di suono straordinaria pur essendo in due.

Come avete scelto di coverizzare Beatles e Guns N’Roses e di italianizzarle?
Davide Tonin: Jammando in sala prove per divertimento: era uscita da poco la cover di Gary Clarke Jr. di “Come Together” e abbiamo provato a scimmiottarla. Ci ha divertito molto e così abbiamo deciso di “lavorarci” seriamente e di provarci anche con altre canzoni. Canzoni che amiamo ovviamente, che sono nel nostro background! “Welcome To The Jungle” è una di queste. La scelta dell’italiano veniva già dal nostro primo esperimento nel primo disco con “Bambino Vudù” e non abbiamo fatto altro che dargli continuità. E tutto è successo al momento giusto: volevamo uscire con qualcosa di nuovo ma ci sembrava presto per con un altro album di inediti! Questi rifacimenti sono arrivati nel momento giusto.

Perché proprio quei brani e perché quelle due band?
Severo Cardone: Sono canzoni che amiamo, sono a noi affini, suonarle ci gasa e si prestano ad essere trasformate in stile Nosexfor: non tutte le canzoni possono essere rifatte con solo un basso e una batteria e funzionare comunque. Almeno per come intendiamo noi debbano funzionare. Il nostro basso sarà anche pimpato, ma le corde restano pur sempre 4 , come le mani che abbiamo a disposizione. Ma se pensate sia un limite siete in errore. E’ come quando vai in pizzeria e il menù propone pagine e pagine di pizze: non sai mai quale scegliere e finisci col perderti. Quando invece ce ne sono meno è tutto più semplice e qualcosa che ti piace la trovi sempre.

Nel vostro album c’era anche “Bambino Vudù”, mi hai anticipato prima, rifacimento di un grande classico di Jimi Hendrix, anche qui la stessa domanda perché quel brano e perché Hendrix?
Davide Tonin: Ci piaceva tantissimo l’idea di proporre un brano di un artista così iconico e con il quale tantissimi si sono voluti cimentare e confrontare , ma inserendo un elemento totalmente inedito, che desse un plus unico. Questo plus crediamo di averlo trovato nel proporla in italiano, cosa che nessuno aveva fatto prima!

Si infatti, una versione veramente originale. Le due cover non fanno parte del vostro primo album, questo vuol dire che finiranno nel vostro prossimo lavoro o rimarranno a sé?
Davide Tonin: A queste che non sono due cover ma due nostri liberi rifacimenti e reinterpretazioni, ne seguirà una terza che chiuderà un trittico chiamato “Canzoni Di Seconda Mano” che per noi Nosexfor è stato un divertente diversivo. Uscirà un nuovo disco, il nostro secondo: ne abbiamo già scritto una buona parte.

Progetti futuri?
Severo Cardone: Continuare a divertirci e a scrivere fino a quando avremo idee e volontà.

Chiudete l’intervista come volete, un messaggio ad entrare nel mondo dei Nosexfor.
Severo Cardone: In questo paese il rock ha bisogno di una nuova band. E come cantano i Thin Lizzy, i ragazzi sono tornati in città.

FABIO LOFFREDO

Band:
Severo Cardone: Basso e voce
Davide Tonin: Batteria

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