KAOS INDIA – Wave
I Kaos India sono un gruppo indie-alternative rock nato nel 2011 nell’unico vecchio complesso di grattacieli costruito negli anni 70 a Modena. I primi tempi sono un cocktail a base di feste, notti interminabili e tanto lavoro fatto al quarto piano di un decadente palazzo con vetrate sulle luci della città. Sono anni vissuti intensamente, con la speranza che quelle luci un giorno possano accendersi su di loro. Tra il 2011 ed il 2015 realizzano due EP ed un album totalmente autoprodotti, suonano tantissimo dal vivo percorrendo migliaia di chilometri e accettando ogni tipo di ingaggio, trovandosi a suonare nelle situazioni più varie e surreali. Nel 2017 qualcosa cambia. Iniziano a collaborare con il produttore Pietro Foresti che li aiuta a perfezionare la propria identità di band e con cui cominciano i lavori sulle tracce che saranno contenute nel nuovo album WAVE (Universal Music Italia – 2019). Il sound che ne esce è autentico e personale ma universalmente riconoscibile e porta la band su palchi importanti fino ad aprire un concerto dei Placebo! E‘ ora disponibile il nuovo ed atteso album dei Kaos India “WAVE“, prodotto da Pietro Foresti e distribuito da Universal Music Italia.
Abituato a sentire una musica sempre tutta simile nella quantità esorbitante che i tempi moderni ci offrono, rimango colpito subito dalla trama musicale che definirei quasi vintage, quei bei suoni del rock suonato con gli strumenti e con una patina composta da un misto di hard-rock e new wave, roba sopraffina insomma. Un menu che ti cattura immediatamente già dall’attacco di A second e che accelera il ritmo su Who needs who. Un livello che si alza in maniera considerevole con la malinconica ballad Half, toni sognanti e tocchi di note sparsi con sapienza, un tema che viene riprodotto a velocità doppia nella ruggente The void, dove le corde intarsiano su un cantato sempre azzeccato. Don’t stop è probabilmente la maggior candidata al ruolo di hit-radio, una continuità di suoni spaziali misti a riff sulfurei, brano esaltante. Segue una Call to mind dai toni epici, suoni che si allargano a dismisura per poi collassare su riff granitici e prolungati, anche qui appare molto valido il contrasto con la ruggente Eyes che segue con un tono alternative, offrendo un interessante continuo saliscendi ritmico. La parte intrisa di un misto di punk e alternative occupa tutta la parte finale del disco comprendendo Stay e Close, le chitarre diventano tirate al massimo mentre i suoni e il cantato si estremizzano in un tono lancinante, forse la parte meno innovativa, ma comunque di ottimo livello.
Un album che non pretende di innovare o rivoluzionare il mondo della musica, ma che rafforza l’idea che oggi si possa ancora fare tanto buon rock come si deve, senza perdere di vista il fatto che una produzione di livello e l’attenzione ai dettagli paga sempre. Tutto da ascoltare.
MAURIZIO DONINI
Tracklist:
- A Second
- Who Needs Who
- Half
- The Void
- Don’t Stop
- Call To Mind
- Eyes
- Stay
- Close
- Burn Away
VOTO
Band
Mattia Camurri – voce
Fresh – chitarra
Vince Moreo – basso
Joe Schiaffi – batteria
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CEO & Founder di TuttoRock - Supervisore Informatico, Redattore della sezione Europa in un quotidiano, Opinionist in vari blog, dopo varie esperienze in numerose webzine musicali, stanco dei recinti mentali e di genere, ho deciso di fondare un luogo ove riunire Musica, Arte, Cultura, Idee.