Fabrizio Moro @ Teatro Golden, Palermo 9-12-2019
“Figli di Nessuno Tour”
Un concerto non è solo una band od un cantante sul palco. Un concerto lo fanno anche le persone; il pubblico, lo staff. Ogni artista ha il suo. Ci sono quei concerti in cui tutto fila liscio perché c’è rispetto tra addetti ai lavori e tecnici. Quantomeno solidarietà. Altri dove diventa difficile qualsiasi cosa, persino farsi dare la scaletta per redigere il pezzo. Dopo anni di recensioni ne sorrido ed un po’ compatisco certi atteggiamenti, dovuti spesso più ad un’educazione approssimativa che altro. E insomma, avrete capito che il povero malcapitato di turno questa volta è chi vi scrive, che si trova a cogliere l’essenza di un live già con lo spirito un po’ turbato da qualcosa che è andato storto. Ma poi le luci della sala si spengono, quelle del palco si accendono e la magia comincia, chiunque sia l’artista che si sta esibendo. La ritualità del concerto segue le sue regole e niente come nei live di Fabrizio Moro tutto è al posto dove deve stare. Alle spalle dell’istrionico cantautore c’è una solida band di turnisti. Il sound è monolitico e scolpito dalle frequenze basse affidate ad Andrea Ra (un bassista con un suono pazzesco ed una rara sensibilità con cui ho avuto la ventura di dividere il palco in almeno un paio d’occasioni). Sotto il palco c’è il popolo di Fabrizio. Un popolo piuttosto variegato. Le prime file sono occupate dai ragazzi del Fan Club che organizzano le coreografie, un po’ come si fosse allo stadio. Dalla mia postazione privilegiata (sono seduto proprio nel cuore di questo settore) osservo estasiato la bellezza di una gioventù inconsapevole ed appassionata. Ci sono i colori delle fascette su cui campeggia il nome dell’artista, ci sono i colori delle unghie variopinte nei modi più bizzarri delle ragazze incantate dal fascino testosteronico del cantante di successo, ci sono i telefonini… tanti telefonini… troppi telefonini! Lo spettacolo vero è, forse, proprio un pubblico così “colorato” e devoto. Ma anche il palco non è da meno. L’ingresso di Fabrizio è spettacolare. Aggredisce il palco correndo e salutando una folla in delirio. Anfibi e camiciona di flanella gialla allacciata in vita ci dovrebbero raccontare una sorta di icona generazionale, o quantomeno una sua ben studiata iconografia. Sì, perché non ha nulla di grunge Fabrizio Moro, bisogna dirlo. Ma ha di sicuro un’indole ribelle, quella un po’ rude e costruita dei tipi che l’estate fanno innamorare le ragazzine, che d’inverno saltano la scuola per il biliardo o fanno corse in motorino fino al mare di Ostia. Eppure non è così, Moro. Si capisce che, al contrario, è un ragazzo sveglio, dritto, che di sottecchi controlla tutto ciò che avviene in platea. Fabrizio Moro è una sorta di Vasco Rossi (il cantante stesso non ha mai nascosto la sua passione per la rock star di Zocca), che sembra distratto, svagato, e invece no, vede tutto. Magari meno ironico, forse (mi permetto) meno brillante, ma in fondo è quello il campo da gioco. E alla fine dobbiamo ammettere che nessuno meglio di loro sa incanalare il flusso delle emozioni di migliaia di persone con una canzone, con poche parole, magari semplici, ma chiare. Pensiamo a pezzi come “Figli di nessuno”, “La felicità”, “Non mi avete fatto niente”, “Sono solo parole”… mica facile scrivere canzoni così! Bisogna avere sensibilità e qualità che vanno riconosciute. Inoltre Fabrizio ha dalla sua il dono di una spontanea simpatia, che pezzo dopo pezzo, conquista anche i più freddi. Capisci che dietro una quintalata di “paraculaggine” c’è un ragazzo vero, sincero… ed il suo entusiasmo non può che conquistarci tutti. Vero è anche il rapporto con i suoi musicisti. Nel presentarli c’è riconoscenza, affetto fraterno nei loro confronti. Lo spettacolo è tutto qui. Un concentrato di emozioni. Una corrente elettrica che corre tra staff tecnico, musicisti, pubblico ed artista. Tutti accomunati da qualcosa. Tutti nella stessa sala, riuniti a celebrare un rito: il concerto. Facciamo i migliori auguri a Fabrizio per il proseguimento del tour trionfale che sta portando nei teatri, con la speranza che l’entusiasmo di questa data al bel Cinema Teatro Golden di Palermo possa avergli lasciato tanta bella energia.
MASSIMILIANO AMOROSO
Photoset by AZZURRA DE LUCA
Credits: si ringrazia Puntoeacapo Concerti per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.
BAND:
Claudio Junior Bielli (pianoforte, tastiere e programmazioni)
Roberto Maccaroni (chitarra e cori)
Danilo Molinari (chitarra)
Alessandro Inolti (batteria)
Andrea Ra ( basso e cori)
SETLIST:
- Intro
- Quasi
- Arresto cardiaco
- Tutto quello che volevi
- Figli di nessuno
- La felicità
- Per me
- Tu
- Alessandra sarà sempre più bella
- Eppure mi hai cambiato la vita
- Non mi avete fatto niente
- Ho bisogno di credere
- Giocattoli
- 21 anni
- Sangue nelle vene
- Come te
- Quando ti stringo forte
- Libero
- Me ‘nnamoravo de te
- Pensa
- L’eternità
- Portami via
- Parole rumori e giorni
- Non mi sta bene niente
- Filo d’erba
- Pace
Massimiliano Amoroso, architetto e bassista elettrico. Cresciuto alla corte di alcuni dei più grandi produttori italiani (Franco Patimo, David Lenci, Rob Ellis, Matteo Cifelli, Alessandro Sgreccia, Paolo Mauri, Daniele Grasso), nel tempo ha proposto, in veste di fondatore e songwriter, bands alternative-rock quali Betty Ford Center (oggi Betty Poison), Milk White, Bye Bye Japan, Electro Malicious ed altri. Con queste formazioni ha vinto oltre quindici Premi Nazionali, tra i quali Heineken Jammin’ Festival e Red Bull Tourbus, ed innumerevoli piazzamenti di prestigio (Finalista Tour Music Fest, Sanremo Rock, etc). Le stesse formazioni vantano aperture ai maggiori artisti internazionali (Jamiroquai, Yann Tiersen, Glasvegas, etc) ed a moltissimi artisti della scena nazionale (Elio e le storie tese, Linea 77, Tre allegri ragazzi morti, 24 Grana, Super Elastic Bubble Plastic, Piotta, Frankie HI NRG, 99 Posse, etc). Con le sue band si esibisce in numerosi festival (Neapolis, Home Festival, etc) ed in passato si esibisce con regolarità anche all’estero (Francia, Olanda, Belgio, Germania, etc). La sua musica è stata recensita dai principali magazine nazionali (Rolling Stone, Rumore, Raro, Rockerilla, Repubblica, etc) e frequentemente viene passata nei network nazionali (Radio Rai, Rai Stereo, Rai 3, R101, Rock Tv, etc). Da qualche anno collabora con diverse redazioni di siti musicali fra cui TUTTOROCK