TENUE – INTERVISTA ALLA BAND
Se dovessi descrivere e raccontare che cosa mi emoziona di più della musica, direi certamente la scoperta casuale e inaspettata di qualcosa: un genere, una canzone, un artista.
Ci sono due modi in cui – personalmente – mi innamoro della musica : il primo vede una me dotata di cuffiette e spirito di ricerca, andare a spulciare qualsivoglia playlist sul Web, trovando (non sempre) qualcosa capace di stuzzicare la mia curiosità. È un innamoramento lento, ascolto dopo ascolto, in cui analizzo sempre tutto, in cui ogni sfumatura viene fuori pezzo per pezzo.
Poi c’è il colpo di fulmine: non mi spiego come, ma ci sono canzoni, voci, suoni, parole che entrano e restano lì. Senza bussare, senza chiedere permesso.
Quello che è avvenuto con i Tenue è stato proprio questione di minuti.
“Quell’anima emo un po’ punk che non ha timore di essere pop” l’ho trovata fin da subito una descrizione perfetta e decisamente calzante per ciò che ho trovato nella loro musica.
Di recente è uscito il loro nuovo singolo intitolato “Traccia” che i ragazzi descrivono così: “Traccia è il ricordo malinconico di un’adolescenza sfacciata fatta di amicizie indissolubili e scelte avventate.”
I Tenue sono: Antimo (voce, chitarra), Eloise (voce, batteria), Giovanni (basso), Angelo (chitarra).
Ecco l’intervista per conoscerli meglio.
Ciao ragazzi! Chi sono i Tenue? Raccontatemi un po’ la vostra storia
“I Tenue sono un gruppo nato per caso: Antimo conosceva tre persone in cui ha visto la stessa voglia di suonare e di condividere qualcosa d’importante. Dopo qualche mese insieme capimmo che la nostra amicizia poteva funzionare e anche la nostra musica. Siamo Angelo (chitarra), Antimo (voce e chitarra), Eloise (batteria) e Giovanni (basso).”
Parlatemi del vostro stile: vi definite “emo gaze/ emo wave con un’attitudine punk che non ha paura di sfociare nel pop”, da che cosa nasce?
“Nessuno di noi 4 è legato ad un solo genere musicale e basta, ci piace l’idea che un gruppo possa esprimersi in modi diversi e, perché no, contrastanti. Essere precisamente inquadrati in un certo genere ci limiterebbe parecchio.”
Il 15 novembre è uscito il vostro nuovo pezzo “Traccia”: me ne parlate?
“Traccia” è un pezzo che parla di adolescenza, è il più leggero tra quelli che abbiamo scritto e ci ha sempre divertito tanto suonarlo insieme. Questo senso di divertimento, di leggerezza, crediamo sia tangibile nella strumentale, il testo ha una vena malinconica che la accosta di più a tutto il resto dell’album. Non vediamo l’ora di suonarla live.”
Che cosa pensate del panorama musicale italiano attuale?
“È ricco di talenti, un po’ meno di varietà. L’Italia è pop, più o meno da sempre e oltre alla tendenza di turno è difficile ascoltare qualcosa di diverso, che si rivolga al grande pubblico.”
La musica è davvero in mano ai singoli o c’è ancora speranza per chi fa gruppo?
“La musica è in mano a quelli bravi, magari è solo che i singoli sono più numerosi e le realtà di gruppo presentano più problematiche, già per il solo fatto che ci sia più di una persona in gioco.
In ogni caso i gruppi funzionano, soprattutto quelli in cui ogni membro ha lo spazio giusto per essere riconoscibile.”
Quali sono i vostri progetti futuri?
“Cercheremo suoni nuovi per realizzare in maniera sempre più precisa le nostre idee. Speriamo di crescere come realtà per conoscere persone e stringere un legame col pubblico dal vivo, che è il vero motivo per cui suoniamo e per cui esistono i Tenue.”
Intervista a cura di Giovanna Ghiglione
Foto di Rocco Puca e Teresa Maramaldi
Studente di Ingegneria delle Telecomunicazioni presso l'università La Sapienza di Roma, da sempre animato dalla passione per la musica. Nel 2012 entra nel mondo dell'informazione musicale dove lavora alla nascita e all'affermazione del portale Warning Rock. Dal 2016 entra a far parte di TuttoRock del quale ne è attualmente il Direttore Editoriale, con all'attivo innumerevoli articoli tra recensioni, live-report, interviste e varie rubriche. Nel 2018, insieme al socio e amico Cristian Orlandi, crea Undone Project, rassegna di musica sperimentale che rappresenta in pieno la sua concezione artistica. Una musica libera, senza barriere né etichette, infiammata dall'amore di chi la crea e dalle emozioni di chi la ascolta.