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JEAN FELZINE – Intervista al cantante francese su Europavox Festival 2019

JEAN FELZINE – Intervista al cantante francese su Europavox Festival 2019

JeanFelzine

In occasione dell’Europavox Festival 2019 al Teatro Comunale di Bologna, ho intervistato il cantante francese JEAN FELZINE.

Quali sono stati i primi ascolti che ti hanno indirizzato verso la musica?
La prima band che ho ascoltato da adolescente sono stati i Nirvana (Cobain era già morto da 10 anni a quel tempo). Poi sono stato ossessionato dal rock and roll degli anni ’50, è per questo che mantengo quel look, anche se ora sto facendo musica con molta elettronica.

Quale è il tuo strumento preferito?
Suono principalmente chitarra elettrica e tastiere, ma direi: la voce. Adoro cantare da quando sono bambino e posso discutere per ore sulla voce della cantante preferita. La mia ragazza (e compagna in coppia) Jo Wedin è anche lei una cantante, adoro cantare armonie con lei, è bello quanto il sesso.

La Francia (che io amo, io ho studiato francese a Parigi) ha una lunga tradizione di chansonniers, Tu porti questa influenza nella tua musica?
Questa è una domanda interessante, perché “chansonnier” è una parola controversa al giorno d’oggi in Francia. La gente pensa a canzoni divertenti e fisarmonica, quando la ascoltano. Ma è quello che ho scritto sulla mia pagina Facebook per descrivere il mio lavoro, come una traduzione francese di “cantante/cantautore”. Ho ascoltato un sacco di chanson française: anni ’60, come Gainsbourg e Michel Polnareff, ma anche molto più vecchio, come Aristide Bruant, che potrebbe essere il chansonnier francese più arido e grezzo di tutti i tempi, cantando di ragazzi condannati a morte e decapitati, per esempio.

Da cosa prendi ispirazione per comporre la tua musica e cosa intendi trasmettere con la tua musica affascinante al pubblico?
Prendo ispirazione dalla vita reale, non canto pensando a nessuna fantasia. Compongo solo della realtà che conosco. Ora il mio primo EP da solista chiamato “Hors l’Amour” riguarda l’amore, cos’è l’amore, come atto e non come sentimento passivo.

Tu hai già suonato in Italia?
Ho suonato una volta a Villa Medici a Roma con la mia rock band Mustang, nel 2010 credo. Abbiamo persino dormito lì! Grandi bei ricordi.

Come sei arrivato a partecipare al Festival Europavox?
Sono cresciuto a Clermont-Ferrand, dove è stato creato il festival. François Audigier, che lavora per il festival e in un grande locale a Clermont (la Coopérative de Mai) mi ha chiesto se volevo provare la versione italiana!

Il Festival Europavox è portatore degli ideali europei, come vedete il momento sociale che noi stiamo vivendo?
Puoi vedere ovunque (non solo in Europa) che le persone sono arrabbiate e hanno ragione. I ricchi diventano più ricchi, i poveri diventano più poveri. Ma le persone sono molto arrabbiate per l’Unione Europea. Sentono di non avere più il potere sulla propria vita, che l’Unione Europea è solo un grande mercato che può fargli perdere facilmente il lavoro. Qui abbiamo la pace militare, ma a volte mi chiedo se la ferocia del mercato non sia grave come una guerra. Non so cosa succederà in futuro, ma sostengo quelle persone per strada.

Cosa prometti al pubblico che verrà a vederti nello storico Teatro Comunale di Bologna?
Cercherò di cantare al meglio delle mie possibilità, perché questi antichi e storici muri non possono accettare di sentire note sbagliate! Prometto anche che farò del mio meglio per parlare un poco in italiano, poiché tutte le mie canzoni sono in francese.

MAURIZIO DONINI

** ENGLISH VERSION **

What were the first plays that led you to music?
The first band I’ve been listening to as a teenager was Nirvana (Cobain was dead for 10 years already at that time). Then I got obsessed with 50´s rock and roll, that why I keep that look, although I’m doing now music with lots of machines.

Which is your favorite instrument?
I play mostly electric guitar and keyboards, but I’d say : the voice. I love singing since I’m a child, and I can discuss for hours about my favourite singers voice. My girlfriend (and partner in a duo) Jo Wedin is a singer, too, I love to sing harmonies with her, it is as good as sex.

France (I love France, I studied french in Paris) has a long tradition of chansonniers, do you carry this influence in your music?
That is an interesting question, because «chansonnier» is a dispised word nowadays in France. People think of funny songs and accordion, when they hear it. But that’s what I wrote on my facebook page to describe my job, as a french translation of «singer/songwriter». I’ve been listening to a lot of chanson française : 60’s, like Gainsbourg and Michel Polnareff, but also much older, like Aristide Bruant, who may be the most dry and crude french chansonnier of all time, singing about guys being convinced to death and beheaded, for example.

What do you take inspiration from to compose your music and what do you want to convey to your audience with your fascinating music?
I take inspiration from life, i don’t sing about any fantasy. I only sing about the reality I know. Now my first solo EP called «Hors l’Amour» is about love, what is love, as an act and not a passive feeling.

Have you already played in Italy?
I played one time in the Villa Medicis in Roma with my rock band Mustang, in 2010 I think. We even slept there! Great memory.

How did you get to participate in the Europavox Festival?
I grew up in Clermont-Ferrand, where the festival was created. François Audigier, who works for the festival and a big venue in Clermont (la Coopérative de Mai) asked me if I wanted to try the Italian version!

The Europavox Festival is the bearer of European ideals, how do you see the social moment we are experiencing?
You can see everywhere (not only in Europe) that people are angry, and they are right to be. Rich people get richer, poor get poorer. But people are angry about the U.E., too. They feel they don’t have the power over themselves anymore, that the U.E. is just a big market that can make them easily loose their jobs. We have the military peace here, but I wonder sometimes if the ferocity of the market isn’t as bad as a war. I don’t know what will happen next, but I support those people on the street.

What do you promise the public that will come to see you in the historic Teatro Comunale of Bologna?
I’ll try to sing my best, as those old walls can’t bear wrong notes! I also promise I will do my best to talk a little bit in Italian, as all my songs are in french.

MAURIZIO DONINI